BRUXELLES – “Gli effetti cumulativi delle molteplici violazioni ai danni dei bambini ucraini deportati danno origine a preoccupazioni molto serie sul fatto che i diritti di questi bambini a essere liberi da torture e maltrattamenti o trattamenti inumani o degradanti siano stati violati”. Questa la conclusione del rapporto degli esperti Osce sulle deportazioni dei bambini ucraini. La relazione, visionata dall’ ANSA, è stata compilata da un team di esperti forensi internazionali convocato con tramite l’attivazione del cosiddetto Meccanismo di Mosca, ed è stata presentata questa mattina ai 56 membri del Consiglio Permanente dell’Osce a Vienna.
“La pratica dei trasferimenti forzati e delle deportazioni di bambini ucraini nei territori temporaneamente occupati e nel territorio della Federazione Russa può costituire un crimine contro l’umanità, nello specifico: deportazione o trasferimento forzato di popolazione”, prosegue il rapporto stilato dall’Osce. “Non solo la Federazione Russa ha ripetutamente violato in modo manifesto l’interesse superiore dei bambini deportati, ma ha anche negato il loro diritto all’identità, alla famiglia, il diritto di unirsi alla propria famiglia, nonché i loro diritti all’istruzione, all’accesso alle informazioni, al diritto al riposo, il tempo libero, il gioco, la ricreazione e la partecipazione alla vita culturale e artistica, nonché il diritto al pensiero, alla coscienza e alla religione, il diritto alla salute e il diritto alla libertà e alla sicurezza. Si tratta di continue violazioni degli articoli 3, 8, 9, 10, 12, 14, 17, 20, 21, 24, 28, 29, 31 e 37 (b) della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia”, continua la relazione degli esperti. “La Federazione Russa non intraprende alcuna azione per promuovere attivamente il ritorno dei bambini ucraini, anzi crea vari ostacoli per le famiglie che cercano di riavere i propri figli”, sottolineano infine gli analisti dell’Osce.