BRUXELLES – Le truppe Nato impegnate nell’esercitazione ‘Nobel Jump’ hanno iniziato ad arrivare in Sardegna, dove verrà testata la Very High Readiness Joint Task Force (Vjtf), la cosiddetta ‘punta di lancia’ dell’arsenale alleato — 2.200 soldati provenienti da Germania, Norvegia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca e Lussemburgo con al seguito mezzi avanzati, compresi i tank Leopard 2. L’esercitazione – pianificata da tempo – soddisferà i requisiti stabiliti dal Comando Alleato Supremo in Europa (SHAPE) e sarà incardinata sotto il Joint Force Command di Napoli (JFC Naples).
La Nato Response Force, creata nel 2002, è “una forza multinazionale tecnologicamente avanzata, composta da componenti terrestri, aerei, marittimi e forze per operazioni speciali, rapidamente dispiegabili”. La ‘punta di lancia’ è nata invece nel 2014 sull’onda dell’annessione della Crimea da parte della Russia ed è la crema della postura di deterrenza Nato, in corso di riorganizzazione sull’onda delle decisioni prese al summit di Madrid (e che dovranno essere messe a terra al prossimo vertice di Vilnius).
“L’esercitazione Noble Jump 23 dimostra che la Nato è unita, pronta e disposta a difendere gli alleati: è una dimostrazione della nostra determinazione e delle nostre capacità”, ha dichiarato il Capitano di Marina William Urban del JFC di Napoli. Ma soprattutto, rinnova l’impegno dell’alleanza a perseguire “una strategia a 360 gradi”, impegnandosi su tutti i teatri. Anche a sud e non solo a est, tanto per intenderci. A Madrid i leader hanno deciso di rafforzare la deterrenza dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia creando il New Force Model della Nato, che andrà a sostituire l’attuale Response Force. Come? Creando tre livelli di prontezza, il primo dei quali s’impegna a schierare “più di 100mila soldati” entro massimo 10 giorni.
“Tutto l’impianto è in corso di definizione ma i piani ragionali, per il quadrante nord centro e sud, sono stati ultimati: c’è grande soddisfazione per il lavoro svolto e per la prima volta in 30 anni la Nato ha definito un programma coerente di difesa contro la Russia, dopo anni in cui l’attenzione è stata riservata all’intervento in teatri lontani dall’area euroatlantica”, spiega una fonte diplomatica alleata. L’esercitazione ‘Nobel Jump’ serve dunque a testare le capacità operative Nato in un momento in cui la guerra, come ripete il segretario generale Jens Stoltenberg, è tornata a infuriare nel cuore dell’Europa.