BRUXELLES – L’esposizione al bisfenolo A attraverso gli alimenti può avere effetti nocivi sul sistema immunitario ed è un rischio per la salute dei consumatori europei di tutte le fasce d’età. Sono le conclusioni di un nuovo studio dell’Efsa sulla molecola utilizzata nella produzione di contenitori per cibi e bevande. Dalla fine degli anni ’90 la sostanza è sospettata di avere effetti avversi sulla salute in seguito alla migrazione nei cibi. Dal 2017 è stata classificata in Ue come candidata alla sostituzione e dal 2018 il suo uso è stato vietato nei biberon e in altri contenitori di alimenti per bambini di età inferiore ai tre anni.
Dal 2006 l’Efsa valuta periodicamente la sicurezza del bisfenolo A, e l’ultima analisi risale al 2015. Le conclusioni dello studio pubblicato oggi, realizzato esaminando oltre 800 nuove pubblicazioni, consentono all’Autorità di eliminare le incertezze segnalate otto anni fa, quando aveva potuto indicare una dose giornaliera tollerabile – cioè la quantità di una sostanza che può essere ingerita quotidianamente per tutta la vita senza rischi sensibili per la salute – solo temporanea.
Negli studi più recenti, “abbiamo osservato nella milza un aumento della percentuale dei linfociti del tipo T helper“, ha dichiarato Claude Lambré, presidente del gruppo di esperti Efsa sui materiali a contatto con gli alimenti, che “potrebbe portare allo sviluppo di infiammazione allergica polmonare e malattie autoimmuni”. L’Efsa ha potuto quindi stabilire la nuova dose giornaliera tollerabile in 0,2 nanogrammi (2 miliardesimi di grammo), in sostituzione del precedente livello temporaneo di 4 microgrammi (4 milionesimi di grammo), per chilogrammo di peso corporeo al giorno: circa 20mila volte più bassa.