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Appello di 60 deputati francesi contro il rinvio della Tav Torino-Lione

PARIGI – Allarme sulla Torino-Lione in Francia: in un appello rivolto al presidente, Emmanuel Macron, sessanta parlamentari francesi di diverso colore politico (Partito comunista, Partito socialista, Les Républicains, Udi, Modem…), esprimono la loro preoccupazione per un possibile rinvio, oltre il 2045, della sezione francese del progetto. A preoccupare i parlamentari d’Oltralpe – tra cui diversi membri del gruppo di amicizia Italia-Francia – c’è il recente e contestato parere del Consiglio d’Orientamento delle Infrastrutture (Coi) di Parigi di rinviare la costruzione della sezione francese del progetto Torino-Lione.

“Proponendo di rinviare oltre il 2045 l’entrata in servizio delle vie d’accesso francesi e privilegiando durevolmente la linea storica Digione-Modane, il Coi mette seriamente a rischio il successo della più grande infrastruttura europea di mobilità a basse emissioni di carbonio per viaggiatori e merci”, avvertono i firmatari, chiedendo a Macron di dare “un potente impulso politico per rimuovere i lacci politico-amministrativi che frenano questo grande progetto del Green Pact Europeo”. Per loro, il rinvio della sezione francese, 15 anni dopo l’entrata in servizio del tunnel transfrontaliero prevista per il 2032, rischia di pregiudicare i “fondamenti giuridici, finanziari, diplomatici e operativi del collegamento Lione-Torino, così come concepito assieme ai nostri partner internazionali”.

Nel corso delle ultime settimane, attori politici ed economici dei territori coinvolti hanno espresso la loro opposizione alle proposte del Coi. Timori rispetto ai ritardi del processo decisionale francese sono giunti anche dall’Italia e da Bruxelles. Se il parere dell’organo consultivo di Parigi dovesse venire applicato, la “Francia diventerà il collo di bottiglia della Torino-Lione”, ha avvertito il senatore repubblicano Etienne Blanc in conferenza stampa a Parigi.

“Questo – ha messo in guardia – altererà il flusso dei traffici nella rete europea”. Attualmente, ha continuato rivolgendosi ai cronisti riuniti al Senato di Parigi, “l’Italia sta facendo la sua parte” e “la Francia deve rispettare la parola data”. Sulla stessa linea la senatrice socialista Florence Blatrix Contat, secondo cui il progetto “corrisponde esattamente all’Europa che amiamo. L’Europa dei progetti concreti che avvicina i popoli” e va sviluppato nei termini stabiliti. Anche la deputata repubblicana, Emilie Bonnivard, osserva che “l’Italia è riuscita a mantenere gli impegni in un contesto molto difficile. Con proteste talvolta anche violente. Credo che non vedrebbe di buon occhio che la Francia non mantenga la parola data”.

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I parlamentari d’Oltralpe schieratisi in difesa della Torino-Lione hanno anche incontrato l’ambasciatrice d’Italia a Parigi, Emanuela D’Alessandro, per condividere i loro timori rispetto alla sezione francese. “Il più lungo tunnel ferroviario del mondo destinato a collegare l’est e l’ovest dell’Europa, può ragionevolmente non avere vie d’accesso all’altezza sul versante francese? La Francia non può permettersi di mancare questo appuntamento storico – scrivono i parlamentari – Deve essere all’altezza delle proprie responsabilità, dei propri impegni internazionali e della sfida climatica”.

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