BRUXELLES – Le principali ‘famiglie’ del Parlamento europeo (S&D, Ppe, e Renew, e Verdi) hanno trovato un accordo sulla posizione dell’Eurocamera sulle trattative sul Budget Ue ed il Recovery Fund. Nel testo, tra le altre cose, si chiede di raddoppiare l’anticipo del Recovery dal 10 al 20%, finanziandolo dal febbraio 2020. Lo confermano varie fonti del Parlamento europeo.
Oltre all’aumento al 20% dell’anticipo dei fondi, i maggiori gruppi politici al Pe hanno stabilito che i piani di risanamento debbano rispondere alle sei priorità Ue prevista dal regolamento sul Recovery (cambiamento climatico, digitalizzazione, pilastro sociale, giovani, industria e Pmi, e pubblica amministrazione) e siano “coerenti” con le raccomandazioni del Semestre europeo. Gli eurodeputati chiedono però una percentuale di risorse più alta da dedicare agli investimenti ‘green’: almeno del 40% per ogni piano nazionale invece del 30% richiesto dal Consiglio, si legge nel documento riservato, di cui l’ANSA ha preso visione.
Nel documento viene eliminato l’articolo che prevede la possibilità di chiudere i rubinetti dei fondi ai Paesi che non rispettano le regole sul ‘fiscal compact’ (condizionalità macroeconomica). Quando l’Ue riattiverà la clausola di salvaguardia del Patto di stabilità, l’esecutivo di Ursula von der Leyen “dovrà presentare, entro tre mesi, una proposta di emendamento che colleghi lo strumento” per il recupero ad una ‘sana governance economica'”, sottolinea il testo. Per quanto riguarda la valutazione delle riforme nazionali, la Commissione dovrà stabilire un sistema di rating.
Il documento dovrebbe essere votato dalla commissione Bilanci del Parlamento Ue il 9 novembre e, pochi giorni dopo, in sessione plenaria, prima di dare avvio ai negoziati con il Consiglio.