BRUXELLES – Un regolamento di Dublino sulla responsabilità del Paese di primo ingresso ammorbidito e accompagnato da un meccanismo di solidarietà, che sarà obbligatorio in ogni sua declinazione, sia in termini di ricollocamenti dei profughi che hanno probabilità di ottenere asilo nell’Ue, che in termini di rimpatri accelerati e sponsorizzati dagli altri Paesi partner per i migranti che invece non hanno titolo a restare nell’Unione. Sono due dei pilastri su cui si fondano le proposte del nuovo Patto per la migrazione, che sarà presentato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in mattinata.
Secondo quanto si è appreso negli ultimi giorni, Bruxelles non proporrà l’abolizione del regolamento di Dublino, ma alcune modifiche sulle norme che obbligano i Paesi di primo ingresso a farsi sempre carico dei migranti. Ci saranno cioè degli emendamenti, che arricchiranno la casistica per l’assegnazione della responsabilità ai Paesi partner, allentando la pressione su quello di primo ingresso. Le proposte che saranno avanzate domani dalla Commissione dovranno poi passare al vaglio del Consiglio e del Parlamento. E al momento è facile prevedere che i quattro Paesi del gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) cercheranno di bloccare qualsiasi iniziativa volta ad obbligarli ad accogliere sul loro territorio richiedenti asilo provenienti da altri Paesi Ue.
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