Tutti rispettosamente in fila in attesa di sottoporsi al test molecolare Covid-19.
Questa la “fotografia” di questa mattina all’aeroporto di Fiumicino a Roma in occasione dell’avvio dei test Covid-19 sui vacanzieri di rientro da Croazia, Malta, Spagna e Grecia oggetto dell’ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, al fine del contenimento della diffusione del virus. “Sono grande abbastanza, nel senso che non ho fatto vita mondana. Ho fatto solamente mare. Dove sono stata io, a SKiatos, era un’isola molto piccola. Lì erano comunque osservate le regole anti Covid. Nel mio albergo la colazione non era a buffet ma veniva servita al tavolo. Fuori le mascherine venivano indossate in tutti i luoghi pubblici, in tutti i negozi, dentro le chiese. Non veniva messa soltanto quando si stava in spiaggia. Di giovanissimi ce ne erano poi davvero pochi. C’erano più che altro famiglie. Per quanto mi riguarda, non sono preoccupata. Sintomatologie non ne ho. Del resto, ho fatto il massimo per stare attenta”.
“La situazione a Ibiza è tranquilla: locali tutti chiusi già alle due di notte. Riposo tranquillo. Le regole venivano rispettate da tutti anche perché – ha detto un ragazzo di Firenze – laggiù sono molto severi: mascherine obbligatorie, altrimenti multe salate. Consiglio pertanto di andarci”.
Covid, Fiumicino: le postazioni per i test sui passeggeri
Particolare, invece, la vicenda di una vacanziera rientrata a Roma con il marito da Rodi che si è ritrovata con il figlio, andato in vacanza con i suoi amici in Sardegna, positivo al Covid. “A Rodi era tutto sotto controllo. Non c’era musica sulle spiagge. Ora non so se sono positiva o negativa al test. Sono comunque molto contenta di averlo fatto qui, in aeroporto. Al contrario, mio figlio di 21 anni, tornato due giorni fa dalla Sardegna dopo 5 giorni di vacanza con gli amici, è risultato positivo al test. Forse qualcosa abbiamo sbagliato. Lì, in Sardegna, discoteche aperte ed ha preso il virus. A Rodi, invece, tutto chiuso. Mio figlio – ha spiegato la donna – era con un gruppo di 6 ragazzi e tutti, eccetto uno, al momento, dopo aver fatto il test ieri, sono risultati positivi. Tutti hanno frequentato discoteche: da Porto Rotondo a Porto Cervo. A mio parere – ha aggiunto – non andavano tenute aperte. Non si dovevano creare momenti di aggregazione. Sarebbe stata la cosa più giusta da fare e questo la Spagna, secondo me, ci è riuscita. Ora mio figlio è chiuso in quarantena in casa e tra dieci giorni ripeterà il test. Mio marito ed io lo abbiamo fatto già qui in aeroporto e domani lo faremo fare privatamente anche gli altri nostri figli. Ci tengo inoltre a sottolineare – ha concluso – che mio figlio ha fatto il test, ma non ha alcun tipo di sintomo: solo un leggero mal di gola. Ha fatto il test perché un suo amico che era con lui in vacanza aveva la febbre ed è stato pertanto il primo a sottoporsi al test. Di conseguenza, lo hanno fatti tutti gli altri e ora sono tutti sotto shock”.
A Milano invece la direzione generale del Welfare in Lombardia sta lavorando, in contatto con il Ministero della Salute e la Sea che gestisce gli aeroporti milanesi, perché si arrivi ad allestire in prossimità degli scali di Linate e Malpensa delle postazioni, coinvolgendo anche strutture ospedaliere, per l’esecuzione dei tamponi per coloro che rientrano da Grecia, Spagna, Croazia e Malta. Postazioni che, da quanto si è saputo, si vorrebbe allestire il prima possibile, entro metà della prossima settimana. Al momento, infatti, non ci sono controlli di questo tipo nei due aeroporti, mentre chi arriva ad Orio al Serio tra le possibilità ha quella di recarsi nel vicino ospedale di Seriate (Bergamo) dove i test vengono eseguiti senza prenotazioni.