E’ il digital overload, il sovraccarico digitale, uno degli aspetti critici che si sono sviluppati durante il lockdown. Riunioni di persona che si sono trasferite su Zoom, giornate lavorative trascorse senza potersi staccare dal pc. “Le persone hanno sempre utilizzato applicazioni come Skype o Zoom per connettersi, ma è stata una scelta – spiega Ian Gellatly, professore della University of Alberta School foto Business – è comodo, ma ora essere online tutto il tempo ci viene imposto e quella che era una conversazione di persona di cinque minuti può coinvolgere 10 e-mail e la maggior parte della mattinata”.
Dagli esperti arrivano otto suggerimenti per gestire il sovraccarico digitale.
1. Fare delle pause lontano dallo schermo, un breve passeggiata o ad esempio un lavoretto domestico, per far muovere il corpo non progettato per stare seduto davanti a uno schermo per otto ore al giorno”.
2.Considerare se c’è effettivamente bisogno di una riunione online. Per chi la gestisce potrebbe essere utile coinvolgere gli altri utenti chiedendo feedback o stimolando delle domande.
3. Fare delle pause. L’ideale e’ un break dopo venti minuti.
4. Essere brevi e cercare di limitare i meeting online alle questioni più importanti che richiedono discussioni di gruppo. La condivisione anticipata di documenti correlati ne riduce anche la durata.
5. Quando si parla, dare maggiore enfasi al linguaggio del corpo, sorridendo o annuendo, e al tono della voce in modo che le persone possano vedere e ascoltare più facilmente.
6. Non essere una distrazione. Spegnere la fotocamera e premere il pulsante di disattivazione dell’audio durante le riunioni per ridurre il disordine video e audio che può distrarre gli altri.
7. Evitare il multitasking durante le riunioni. Non controllare i messaggi, non rispondere alle e-mail o cercare di lavorare su qualcos’altro. E’ un “enorme drenaggio mentale” secondo gli esperti e probabilmente significa che non si sta facendo molto bene nessuna delle cose.
8. Configurare gruppi online informali che non siano legati al lavoro. Da’un senso di sostegno sociale quando ci si sente isolati.