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Inail: 51.363 denunce contagio da Covid su lavoro, 276 morti

Sono 51.363 i contagi sul lavoro da Covid-19 segnalati all’Inail dall’inizio dell’epidemia con 276 casi mortali denunciati. Lo rileva l’Istituto spiegando che al 31 luglio sono stati denunciati 1.377 casi di contagio in più rispetto alla fine di giugno. I casi mortali denunciati nel complesso sono 276 con 24 casi segnalati nel mese di luglio. I casi mortali riguardano soprattutto gli uomini (83,3%), con un’età media di 59 anni. Se si guarda al totale delle infezioni di origine professionale segnalate all’Istituto, il rapporto tra i generi si inverte, il 71,4% dei lavoratori contagiati sono donne e l’età media scende a 47 anni.

 L’Inail segnala che dei 1.377 casi di contagio da Covid sul lavoro denunciati a luglio, 360 sono riferiti a infezioni iniziate nello stesso mese . I casi mortali complessivi denunciati sono 276 e i 24 denunciati nel mese di luglio sono comunque riconducibili a decessi avvenuti tra marzo e maggio.
    Dall’analisi territoriale emerge che più di otto denunce su 10 sono concentrate nell’Italia settentrionale: il 56,3% nel Nord-Ovest e il 24,2% nel Nord-Est, seguiti da Centro (11,8%), Sud (5,7%) e Isole (2%). Con riferimento ai casi mortali denunciati per Covid, la percentuale del Nord-Ovest rispetto al totale sale al 57,6%, mentre il Sud, con il 15,2% dei decessi, precede il Nord-Est (13,1%), il Centro (12,3%) e le Isole (1,8%). La Lombardia è la regione più colpita, con oltre un terzo dei casi denunciati (36,2%) e il 43,8% dei decessi.
    Circa il 99% delle denunce di contagio riguarda la gestione assicurativa dell’Industria e servizi, mentre i casi registrati in Agricoltura, nella Navigazione e nella gestione per Conto dello Stato sono circa 650. Rispetto alle attività produttive, il 71,6% del complesso delle infezioni denunciate e il 23,4% dei casi mortali si concentra nel settore della Sanità e assistenza sociale (che comprende ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche, policlinici universitari, residenze per anziani e disabili), che insieme al settore degli organismi pubblici preposti alla sanità (Asl) porta all’80,6% la quota dei contagi e al 33,7% quella dei decessi avvenuti in ambito sanitario. Seguono i servizi di vigilanza, pulizia, call center, il settore manifatturiero (addetti alla lavorazione di prodotti chimici, farmaceutici, alimentari) e le attività dei servizi di alloggio e ristorazione.
    Con il 40,0% dei contagi denunciati, oltre l’83% dei quali relativi a infermieri, la categoria professionale dei tecnici della salute si conferma la più colpita dal virus, seguita dagli operatori socio-sanitari (21%), dai medici (10,3%), dagli operatori socio-assistenziali (8,9%) e dal personale non qualificato nei servizi sanitari, come ausiliari, portantini e barellieri (4,7%).
    Circa il 35% dei casi mortali denunciati riguarda personale sanitario e socio-assistenziale. Nel dettaglio, il 9,9% dei casi mortali codificati riguarda i tecnici della salute (il 62% sono infermieri), seguiti dai medici (8,5%), dagli operatori socio-sanitari (6,6%), dagli operatori socio-assistenziali e dal personale non qualificato nei servizi sanitari (3,8% per entrambe le categorie). (ANSA).
   

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