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Asaf Avidan, dall'Italia a Tel Aviv con Anagnorisis

“Ascoltavo Thom Yorke, The Fugees, David Bowie, Old School Jazz, ma anche cose contemporanee come Billie Eilish e Kanye West. Ho preso qualcosa da tutti e l’ho mescolato in una schizofrenica giungla di personaggi che si muovono dentro di me. In qualche modo questo mix di personaggi e sound diversi è stato in grado di offrire una fotografia più chiara di ciò che sono e che sento, sicuramente in modo più chiaro di quanto non potesse farlo una sola voce”. Asaf Avidan, l’artista israeliano che ha conquistato il mondo della musica con “One Day/Reckonig Song”, racconta così “Anagnorisis”, il suo nuovo album che uscirà l’11 settembre.

Per questa sua nuova prova discografica Avidan ha lavorato nel suo piccolo studio di Tel Aviv e, durante il lockdown, nella sua tenuta in Italia dove, come ha raccontato, ha imparato a legare il processo creativo a quello della natura. “Anagnorisis” è la parola greca che significa agnizione, che indica non solo l’identità di un personaggio ma anche l’improvvisa consapevolezza di una situazione reale. E la consapevolezza che sembra aver raggiunto Avidan è l’inevitabile complessità della realtà: quasi simbolica da questo punto di vista l’idea di sovraincidere fino a 12 tracce della sua voce straordinaria. Come sempre è proprio la voce il centro dell’edificio sonoro: un timbro unico, a volte androgino, a volte ancestrale, pieno di echi diversi, da Billie Holiday a David Bowie passando per la Giamaica dove ha vissuto da ragazzino.

Asaf Avidan ha il dono di saper combinare le influenze più diverse in una sintesi originale, guidato da una vocalità fuori dal comune che dà un’identità inconfondibile a ogni nota. “Anagnorisis” è un album complesso e ricco di sfumature che è stato anticipato anche dal video della title track diretto da Wim Wenders: “900 Days” è un blues del 21/o secolo con la voce che vola altissimo, “Earth Odissey” un piccolo saggio pop frutto di ispirazioni diverse, “No Words” una ballad intensa arricchita da voci sovraincise, “Anagnorisis” è intrisa di atmosfere soniche e arricchite da una malinconia parte di tromba, “Rock of Lazarus” con la sua ritmica hip hop e la voce effettata è uno dei momenti più originali dell’album, “Wildifre”, come “Darkness Song” riecheggiano l’ultimo Bowie, “Indefferent Skies” è il titolo più chiaramente orientato verso il rock, “I See Her Don’t Be Afraid” è una delle ballad più intense ascoltate negli ultimi tempi. Il primo spunto per “Anagnorisis” nasce da un incontro di Avidan con il suo amico Jonathan Safran Foer nella casa dello scrittore a Brooklyn: la testimonianza di quello scambio di idee è il racconto “Asaf e il lupo” inserito nel booklet.

Asaf Avidan si esibirà dal vivo il 29 agosto a “Musicultura 2020”, nell’Arena Sferisterio di Macerata. Poi a febbraio tornerà in concerto il 20 all’Auditorium Parco della Musica di Roma, il 21 ai Magazzini Generali di Roma, il 23 a Bologna al teatro Duse.

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