Si intitola ‘Chiedimi chi era Gaber’ il libro scritto da due delle persone che gli sono state più vicine e lo hanno conosciuto meglio: la moglie Ombretta Colli e il suo collaboratore storico Paolo Dal Bon, oggi presidente della fondazione Gaber.
E la risposta alla domanda sta nelle 135 pagine del volume edito da Mondadori in cui si intreccia il racconto dell’amore fra l’attrice e soubrette e il cantautore schivo e quello delle loro carriere, a volte parallele, a volte che si intrecciavano.
Non a caso il libro esce per i 50 anni esatti del Teatro-Canzone, genere creato da Gaber. La loro diversità, apparente, si percepisce fin dall’inizio, dal racconto del primo incontro: “ci rivedemmo a una di quelle feste mondane tipiche della capitale, nell’attico di un noto produttore cinematografico quando mi accorsi della presenza di Giorgio Gaber tra gli ospiti non potei fare a meno di chiedermi cosa ci facesse un uomo come lui in un ambiente simile: io, per quanto poco entusiasta, mi trovavo perfettamente a mio agio, mentre lui sembrava del tutto in difficoltà. Era sospeso tra la timidezza e un atteggiamento di sufficienza: scambiava poche parole coi presenti, dispensava sorrisi incerti, fumava sempre moltissimo e, ne sono sicura, avrebbe pagato per essere trasformato in un elemento dell’arredo”. A quell’incontro è seguita una vita artistica e non solo insieme, con il matrimonio nel 1965, la nascita della figlia.
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