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Unione Europea

La frenata di Berlino pesa sulla stagnazione dell’Eurozona

“La stagnazione della crescita” nell’Eurozona “nel quarto trimestre del 2023 è stata in gran parte determinata dalla contrazione in Germania“. Lo scrive la Commissione europea nelle sue previsioni economiche d’inverno. Le stime di crescita per Berlino per il 2024 sono state riviste al ribasso, passando dallo 0,8% previsto nell’autunno scorso allo 0,3%. Le proiezioni il 2025 restano invece invariate: il Pil tedesco dovrebbe crescere dell’1,2%.

Le previsioni di inverno sono “circondate dall’incertezza” per il protrarsi delle tensioni geopolitiche e il rischio di un ulteriore ampliamento del conflitto in Medio Oriente. L’esecutivo comunitario spiega nel documento di prevedere che l’aumento dei costi di spedizione a seguito delle interruzioni del commercio nel Mar Rosso avrà solo un impatto marginale sull’inflazione. Ulteriori interruzioni potrebbero, spiega tuttavia, provocare nuovi colli di bottiglia nell’offerta che potrebbero soffocare la produzione e far salire i prezzi.

A livello nazionale, i rischi per le proiezioni di base per la crescita e l’inflazione sono legati al fatto se i consumi, la crescita dei salari e i margini di profitto sottoperformano o superano le aspettative, e a quanto elevati rimangono i tassi di interesse e per quanto tempo. Anche i rischi climatici e la crescente frequenza di eventi meteorologici estremi continuano a rappresentare una minaccia.

“La Germania è la più grande economia d’Europa e ha delle sfide strutturali”, ha detto il commissario Ue per l’Economia, Paolo Gentiloni, in un punto stampa a seguito della presentazione delle stime d’inverno, sottolineando che “le crisi” geopolitiche “attuali investono in particolar modo il modello economico tedesco”. Berlino, tuttavia, “può uscire dalla crisi negativa che ha avuto nel 2023″, ha osservato Gentiloni rispondendo alla domanda se la Germania sia allo stato attuale la grande malata d’Europa. “Ciascuno di noi deve affrontare anche i problemi” che ha “in casa” di “riforme e investimenti e non soltanto guardare all’andamento dei vicini, come ogni tanto è stato fatto a danno dell’Italia”, ha aggiunto il commissario.

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