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A New York l’eleganza senza tempo in passerella da Kors

Reduce dal Super Bowl di Las Vegas (dove domenica ha accompagnato l’amica Taylor Swift), Blake Lively ha fatto un ingresso trionfale a una delle ultime sfilate della settimana della moda New York: trench e minigonna stampata a pelle di giraffa, l’attrice di Gossip Girl ha preso posto accanto alle altre celebrità (tra tante, Katie Holmes, Meghann Fahy, Gabrielle Union, Rachel Brosnahan, Brie Larson e Vittoria di Savoia: “Michael Kors è stato il primo a invitarmi, così io sarò sempre pronta quando chiama”, ha spiegato prima dello show nell’ex sede dei leggendari grandi magazzini Barney’s a Chelsea che stanno per essere trasformati in appartamenti di lusso.
    Addosso a modelle di tutte le taglie, età e etnie (tra queste Amber Valletta, Irina Shayk, Alek Wek, Guinevere van Seenus e Mariacarla Boscono), la collezione di Kors per il prossimo autunno inverno è scesa dallo scalone a spirale al centro. “Nel mondo sottosopra in cui viviamo il mio compito è creare vestiti e accessori che facciamo sentire forti e pieni di fiducia in se stessi”, spiega intanto lo stilista dietro le quinte. C’è sempre una musa nelle sfilate di Michael, un oggetto o un capo iconico attorno a cui si declinano le varie uscite. Stavolta è il vestito da sposa della nonna che Kors per anni aveva visto solo in fotografia e ritrovato in un armadio l’anno scorso dopo la morte della madre: “Moderno, sexy, me ne sono innamorato. Come una Bella Addormentata (il titolo, una coincidenza, della prossima mostra del Costume Institute del Met), mi ha ispirato a pensare senza tempo”. È partito così l’itinerario punteggiato da altre donne iconiche del passato remoto e recente, da Carole Lombard e Jean Harlow a Liz Taylor in lingerie nella Gatta sul Tetto che Scotta passando per Katharine Hepburn, per arrivare a Kate Moss, Naomi Campbell e Caroline Bessette Kennedy. I tagli di sartoria delle giacche sagomate a clessidra e dei cappotti ampi di cachemire nero e di cammello color cappuccino sono fatti per una passeggiata dal Guggenheim al Carlyle, il bar dove si esibiva Bobby Short usato da Kors nel medley della colonna sonora, per finire al Breuer, che dopo essere stato sede del Whitney, del Met e della Frick Collection, si prepara ad essere occupato da Sotheby’s: un’altra icona della New York che cambia. La sfilata è dunque un omaggio a una città in perenne metamorfosi ma in cui la moda aspira ad essere “senza tempo” come per gli abiti disegnati da Kors per Celine e indossati da Rene Russo nel Caso Thomas Crown: “Il film ha 25 anni, ma i vestiti di Russo li potresti mettere oggi”. Tanto satin e tanto pizzo, trasparenze di giorno e di sera portate, quando fa freddo, sotto il bomber o con gli ampi maglioni di cachemere col cappuccio. Tra gli accessori, scarpe di vernice col tacco a stiletto, ma anche comode oxford e una nuova miniborsa battezzata Manhattan: è a forma di M che sta anche per Michael. Nel gran finale l’abito da sposa di nonna Bee si tinge di nero con la schiena chiusa da tanti bottoncini, il lungo strascico diviso in due per essere sollevato quando si cammina: perché la donna di Kors ama il glamour, ma anche e soprattutto la praticità.
   
   

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