L’ex presidente argentina,
Cristina Kirchner, dopo oltre due mesi di silenzio assoluto è
riapparsa sulla scena politica con un duro documento contro il
governo di Javier Milei, in cui accusa l’esecutivo di portare
avanti un “caos pianificato” e che l’unico vero piano di
stabilizzazione è la “dollarizzazione dell’economia”.
Nelle 33 pagine che recano il titolo “L’Argentina nella sua
terza crisi del debito”, l’ex capo di Stato afferma che le tre
gandi crisi inflazionarie del Paese, inclusa quest’ultima, hanno
origine nell’indebitamento estero propugnato dai governi di
stampo liberale, piuttosto che dal mancato rispetto della
disciplina fiscale e monetaria, marcando così una linea in
contrapposizione alla teoria economica ultraortodossa del
governo.
La ricomparsa di Kirchner ha un forte peso politico. L’ex
presidente è la leader del gruppo parlamentare più numeroso
tanto alla Camera (con 99 deputati su 257) che al Senato (con 33
seggi su 72), un punto che nel documento viene sottolineato: “il
peronismo è la prima minoranza in entrambe le camere”.
Il documento viene interpretato dagli osservatori come un
manuale di istruzione per le sue truppe, orfane di un leader nei
primi due mesi di governo Milei, e un monito per il presidente
ultraliberista: “in diverse tappe altri esecutivi sono caduti
per non essere riusciti a dare alla società la qualità di vita
che esigono gli argentini”.
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