Dopo l’abbraccio ieri con Papa Francesco, in occasione della canonizzazione di Maria Antonia di San Giuseppe de Paz y Figueroa, meglio nota come ‘Mama Antula’, il presidente argentino è stato ricevuto stamane in udienza in Vaticano , accompagnato dal suo seguito. Il colloquio privato tra i due nella Sala della Biblioteca del Palazzo apostolico è durato un’ora: un tempo insolitamente lungo per le udienze papali, considerando anche che il dialogo avveniva senza la necessità di un interprete.
Al termine dell’udienza, dopo la presentazione della delegazione argentina, c’è stato l’abituale scambio dei doni. Il Pontefice ha offerto a Milei un medaglione in bronzo ispirato al Baldacchino di San Pietro. Quindi i volumi dei documenti papali e il Messaggio per la Giornata mondiale per la Pace di quest’anno. Fra i regali portati al Papa dal presidente argentino i famosi ‘alfajores’ (tipici dolcetti argentini farciti con ‘dulce de leche’) e biscotti al limone. Successivamente, Milei e la sua delegazioni si sono riunito con con il cardinale. Pietro Parolin, segretario di Stato, accompagnato da mons. Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati
“Durante i cordiali colloqui in Segreteria di Stato è stato espresso compiacimento per le buone relazioni tra la Santa Sede e la Repubblica Argentina e la volontà di rafforzarle ulteriormente. Ci si è poi soffermati sul programma del nuovo Governo per contrastare la crisi economica”, riferisce la nota della Santa Sede sull’udienza
di Papa Francesco con Milei. Nel prosieguo della conversazione, aggiunge il comunicato, “sono stati toccati alcuni temi di carattere internazionale, in particolare i conflitti in atto e l’impegno per la pace tra le nazioni”.
“Guardate, il Papa è una persona che sente molto affetto per tutti, in un modo che non si può pensare che mantenga alcuna animosità verso nessuno”. Lo ha detto il prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, il cardinale argentino, Victor Fernandez, intercettato dai giornalisti all’uscita del cortile di San Damaso: Fernandez aveva l’udienza di tabella con il Papa proprio prima di quella che Francesco ha riservato al presidente Milei.
“Il presidente – ha raccontato il cardinal “Tucho” che ha intravisto Milei uscendo dal suo incontro con il Pontefice – si è avvicinato al Papa con molto affetto”. Alla domanda su un possibile viaggio in Argentina del Pontefice, ha risposto: “Questo non lo sappiamo perché dipende da tante cose”. Quindi, incalzato ancora dalla domanda se il Papa è preoccupato per la crisi in Argentina, il suo collaboratore all’ex Sant’Uffizio e compatriota ha risposto: “Su questo punto il Papa è sempre preoccupato, e evidentemente è un tema che ha nel cuore, che la gente non soffra, così questo tema non ha a che vedere con alcuna tendenza ideologica, è sempre preoccupato per quelli che soffrono, è inevitabile”.
Sulla distensione con il presidente argentino, ha commentato: “Io credo che è sempre buona l’idea del Papa di dialogare, di parlare, di mettere a confronti i vari punti di vista, lo fa anche qui dentro il Vaticano”. Sugli insulti lanciati da Milei in campagna elettorale che aveva definito Bergoglio addirittura come il demonio in terra, ha osservato: “Guardate, lui non si infastidisce affatto per queste cose, capisce che è una strategia di campagna, che è parte di una strategia di marketing”.
Infine, alla domanda di commentare un recente comunicato della conferenza episcopale argentina che è arrivata a dire che “il pane non si nega a nessuno”, ha detto: “Noi sempre teniamo il cuore dal lato di quelli che soffrono di più”.
E da Buenos Aires, il sottosegretario del Culto argentino, Francisco Sánchez, ha detto che l’incontro fra il Papa e Milei ha avuto “aspetti sorprendenti”. “Nello svolgimento di questa udienza – ha spiegato il responsabile governativo – ci sono stati molti gesti del presidente verso il Papa e di quest’ultimo verso verso il capo
dello Stato”. L’incontro, ha ancora detto, “si è svolto in modo molto cordiale, con molta simpatia, con molta amicizia fra i due, e con una durata, oltre un’ora, che generalmente non si concede alle delegazioni internazionali ricevute dal pontefice”. Insomma, “tutto si è sviluppato in modo molto superiore agli standard e questo ovviamente ci ha lasciato oltremodo soddisfatti”.
Nella sua decennale esperienza pontificale, Papa Francesco ha incontrato altri tre capi di Stato argentini: a Cristina Fernández de Kirchner dedicò quasi un’ora nel 2013, a Mauricio Macri 22 minuti nel 2016 e ad Alberto Fernández ne concesse 44 nel 2020. Il clima cordiale, e perfino un po’ scherzoso fra Milei e il Papa era già emerso ieri nel primo incontro a due quando il pontefice, sorridente e sorpreso mentre abbracciava il suo ospite gli ha detto: “Ti sei tagliato i capelli?”, ricevendo
come risposta: “No. no me li sono sistemati!”.
Le riunioni con Mattarella e Meloni
Dopo l’udienza in Vaticano, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto Milei al Quirinale. Era presente all’incontro il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani. Quello di Mattarella e Milei, si è appreso, è stato un incontro informale, di cortesia e di
conoscenza. Nel colloquio sono stati ribaditi i legami fra le due comunità e il proposito di intensificarli. Si è parlato anche del rapporto tra l’Unione europea e il Mercosur.
Successivamente, la premier Giorgia Meloni ha ricevuto il presidente argentino a Palazzo Chigi. Milei è arrivato nella sede del governo, accolto da Meloni: tra i due una stretta di mano e qualche battuta accompagnata da sorrisi, prima del picchetto militare. L’incontro fra Meloni e Milei è durato circa un’ora. Al passaggio del corteo di auto della sua delegazione il presidente argentina è stato acclamato da un gruppetto di suoi sostenitori che si erano radunati da qualche ora sul marciapiede di fronte a Piazza Colonna, dove nel frattempo decine di turisti e curiosi si sono fermati per vederlo uscire dalla sede del
governo.
Anche questa mattina, arrivando in Vaticano per la sua udienza con il Papa, Milei aveva fermato il suo corteo su via della Conciliazione per salutare un gruppo di compatrioti, con i quali si è fatto fare qualche selfie.
Milei spiega le sue idee a ‘Quarta Repubblica’: ‘Sono un anarco capitalista’
“Filosoficamente sono anarcocapitalista e quindi sento un profondo disprezzo per lo Stato. Io ritengo che lo Stato sia il nemico, penso che lo Stato
sia un’associazione criminale”. Così il presidente argentino Milei in un’intervista che andrà in onda questa sera a ‘Quarta Repubblica’, il talk show condotto da Nicola Porro su Retequattro, che ha fornito delle anticipazioni.
“Di fatto – ha sottolineato – lo Stato è un’associazione criminale in cui un insieme di politici si mettono d’accordo e decidono di utilizzare il monopolio per rubare le risorse del settore privato”. “Il metodo dello Stato è rubare: ogni volta che vai a comprare qualcosa in un luogo, lo Stato ti deruba tramite le tasse;
quindi, lo Stato ti ruba tutti i giorni”, continua il presidente argentino. “Lo Stato ha il potere di arrestare le persone” mentre “i politici non vedono conseguenze, non vedono i loro poteri in gioco. Ma in questo mi sono reso conto che l’unico modo di entrare nel sistema è ‘dinamitare’ il sistema”, afferma.
“Io originariamente pensavo che” il comunismo “fosse un problema mentale”, perché “il socialismo puro è stato sconfitto dalla teoria economica” e “ho pensato prima che fosse un problema di indole, di carattere mentale. Ma, poi, mi sono reso conto che era qualcosa di molto peggio, che era una malattia dell’anima. Quando il socialismo è stato applicato bene, hanno assassinato più di 6 milioni di esseri umani”, ha spiegato Milei. E, rispondendo a un commento del conduttore secondo cui “i comunisti non esistono più”, il leader argentino ha affermato: “Ah, non esistono? Vi sono molti socialisti, che a lungo termine vogliono arrivare a questo. Sono comunisti vigliacchi”.
Le radici italiane
“Per il 75% sono italiano, assolutamente italiano perché i due genitori di mio padre erano italiani” e “da parte di mia mamma, sua madre era di origine
italiana e il padre di origine jugoslave. Di conseguenza, ho il 75% di sangue italiano”. Lo ha spiegato lo stesso Milei nell’intervista che andrà in onda questa sera a ‘Quarta Repubblica’.
“Ho una passione incredibile per l’Opera italiana, soprattutto la parte che si riferisce a Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi, Puccini e, per ragioni di lavoro nel
settore privato, ogni volta che dovevo fare un viaggio in Europa, lo facevo con Alitalia perché potevo fare scalo a Roma”.
la presidenza argentina ringrazia Israele per la liberazione dei due ostaggi
L’ufficio del presidente argentino Javier Milei, su X, “ha ringraziato l’esercito israeliano e le altre forze di sicurezza per aver liberato i due ostaggi Fernando Simon Marman e Louis Har”, rapiti da Hamas il 7 ottobre. La stessa fonte ha ricordato che Milei nella sua recente visita in Israele aveva ribadito la richiesta della liberazione di ognuno degli ostaggi argentini e “la sua ferma condanna del terrorismo di Hamas”.
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