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Duecento trattori in corteo sul Raccordo di Roma

Sono partiti i trattori di Riscatto agricolo dal presidio di via Nomentana a Roma per il corteo sul Grande raccordo anulare. Sui mezzi bandiere tricolore. Sono circa 200 i trattori di Riscatto agricolo in corteo sul Raccordo anulare di Roma. I mezzi sono partiti dal presidio del movimento su via Nomentana e percorreranno gli oltre sessanta chilometri del Gra prima di rientrare al punto di raccolta. Nel tragitto sono scortati dalle forze dell’ordine.

Gli altri mezzi sono rimasti fermi all’interno del punto di raccolta dove in serata si è recato il ministro Francesco Lollobrigida. 

Esenzione Irpef per i più deboli, scontro Meloni-Salvini. Il tavolo istituzionale doveva chiudere la vicenda, almeno all’interno della maggioranza. Ma lo scontro aperto tra la Lega e Fratelli d’Italia sul sostegno agli agricoltori dopo che Giorgia Meloni ha chiamato tutte le associazioni “rappresentative” del mondo agricolo è tutt’altro che chiuso. Anzi. La proposta, ufficializzata davanti alle sigle a Palazzo Chigi, di ripristinare l’esonero dell’Irpef dominicale e agricola per chi ha redditi fino a 10mila euro, non basta a Matteo Salvini che dice alla riunione, e poi in piazza in Basilicata, che “si può fare di più”.

La convocazione di Coldiretti, Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Fedagripesca e Copagri rimane riservata fino all’ultimo, anche se già dal mattino era nell’aria una mossa della presidente del Consiglio per sbloccare l’impasse con gli agricoltori – con la protesta dei trattori arrivata a Roma ma anche al Festival di Sanremo. “Vi abbiamo sempre difesi dalle scelte sbagliate imposte dalla Commissione europea”, dice la premier alla platea di associazioni con cui il governo ripete di avere “sempre dialogato”. In “16 mesi non si fanno miracoli ma credo che l’inversione di tendenza sia evidente”, esordisce rivendicando l’aumento complessivo delle risorse e i provvedimenti messi in campo finora. E l’esecutivo, assicura, è pronto a dare risposte concrete, a garantire che i prodotti siano pagati “il giusto prezzo” agli agricoltori, a proporre un “blocco europeo” del cibo prodotto in laboratorio, a difenderli dalla concorrenza sleale, a dare una mano sul fronte del credito e del lavoro, a istituire un tavolo ad hoc. E a togliere l’Irpef come “sostegno concreto ai più deboli”.

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Meloni schiera al suo fianco mezzo governo, compresi i due vicepremier, a mostrare la compattezza nei confronti di un settore “centrale e strategico”. Nel frattempo però diversi episodi rivelano distanze sempre più evidenti tra gli alleati; Fratelli d’Italia, col suo relatore, presenta alla Camera un nuovo emendamento al decreto Milleproroghe per il mondo agricolo, che posticipa di sei mesi l’entrata in vigore dell’obbligo di assicurazione per i mezzi agricoli. E Salvini a stretto giro fa sapere di avere riunito i responsabili della Lega sul nodo dell’agricoltura. Il vicepremier è impegnato fuori Roma, a Bari e poi nella Basilicata guidata dall’azzurro Vito Bardi in cerca di riconferma. Ma anche la Lega ha “donne e uomini che saprebbero ben governare”, rivendica Salvini, lasciando intendere che la ricandidatura di Bardi (anche dopo il cambio tra Truzzu e Solinas in Sardegna) non è affatto scontata.

Il leader leghista incontra anche lì, come aveva fatto in Abruzzo, agricoltori in protesta coi trattori ma partecipa anche, videocollegato, all’incontro convocato dalla premier.
Parla poco, dopo Meloni e Tajani, e ripete anche in quella sede che “si può fare di più”. Non esattamente lo stesso messaggio che lancia il resto del governo, che insiste sull’inopportunità politica ma anche sulla scarsità delle risorse. Trovarne di più sarebbe compito del Mef (dei ministri della Lega c’è Giancarlo Giorgetti in presenza, che sta componendo le coperture per reintrodurre l’esonero parziale e si è impegnato a verificare alcune richieste delle categorie). Ma già così, frena l’alleato il ministro Francesco Lollobrigida, la misura “garantirà più del 90% delle imprese agricole”. Così com’era prima, la misura non era “equa”, aveva creato un “disequilibrio” e alla fine era un “privilegio” – concetto ripetuto al tavolo – per gli imprenditori agricoli più ricchi.

In ogni caso – accusano le opposizioni – si tratterà di una “clamorosa retromarcia” che sarà evidente in Parlamento quando la proposta vi approderà dopo le schermaglie di questi giorni.
Il governo alla fine interverrà per dare “un ulteriore segnale di attenzione” ma quello dell’Irpef agricola, sottolinea ancora Lollobrigida del dossier, non è stato “mai il problema principale” sollevato dal comparto. E la scelta di non prorogare l’esonero con la manovra, avrebbe ricordato al tavolo, era stata “condivisa”.    

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