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Unione Europea

Il ministro Urso al Consiglio Ue: “Governo italiano verso legge sulle terre rare, riaprire le miniere”

BRUXELLES – “Sulla politica industriale europea riteniamo che si scommette il futuro della competitività del nostro continente, anche il futuro delle libertà e dell’indipendenza dell’Europa, a cominciare dalle materie prime critiche, sulle quali giustamente abbiamo realizzato un regolamento e noi siamo in procinto di realizzare una legislazione nazionale per favorire la riapertura e comunque l’apertura delle miniere” per “la lavorazione delle materie prime critiche della tecnologia green”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo al Consiglio informale Mercato interno e Industria a Genk.

“Quello che abbiamo visto in questi giorni in molti Paesi europei è un segnale d’allarme: oggi sono in piazza gli agricoltori, i trattori e se non ci muoviamo in fretta, tra breve troveremo in piazza gli operai e le imprese europee”, ha affermato il ministro nel corso della riunione con gli altri 26 omologhi Ue. “In Italia, e forse anche in altri Paesi diciamo che ‘prevenire è meglio che curare’: è meglio muoversi prima piuttosto che reagire ed essere costretti a muoversi dopo e sulle richieste di proteste popolari“, ha evidenziato il ministro.

Sugli aiuti di Stato “vanno sviluppati strumenti comuni e quindi risorse europee comuni che possono equilibrare rispetto a quello che alcuni Stati, per le loro capacità fiscali, possono mettere in campo” ha detto indicando la necessità di “garantire” e “preservare” una “crescita equilibrata all’interno del mercato unico”. “Credo che sia importante ottimizzare le norme sugli aiuti di Stato attraverso una semplificazione amministrativa, l’accelerazione, la facilitazione delle procedure di approvazione che oggi sono troppo lunghe”, ha osservato Urso, sottolineando l’importanza di concentrarsi sui settori strategici per la “competitività” come “la tecnologia green” e “la tecnologia digitale”, dove l’Ue deve “diventare non cliente ma produttrice in una logica di autonomia strategica europea”. “Io lavorerei sul fatto di creare degli strumenti comuni che consentono anche a chi è necessariamente indietro di poter raggiungere coloro che sono avanti”, ha insistito il ministro.

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