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Pubblicato un video di Bolsonaro alla guida del complotto elettorale

    La GloboNews ha pubblicato stamani un video – subito ripreso dai media locali – girato il 5 luglio 2022 in cui l’ex presidente di destra brasiliano Jair Bolsonaro rivolge un appello ai ministri a lui più vicini nel governo, per preparare una strategia che, basata su fake news, contribuisse a creare un clima di conflitto nel Paese e alimentasse dubbi sul sistema elettorale.

    Il filmato, rinvenuto nel computer dell’ex aiutante di campo di Bolsonaro, ora collaboratore di giustizia Mauro Cid, era citato nell’ordinanza del giudice della Corte suprema Alexandre de Moraes per la maxi-operazione Tempus veritatem.

    Nel video si vede il tavolo a cui siedono ex ministri e generali, mentre l’ex capo di Stato li incita a diffondere informazioni fraudolente nel tentativo di ribaltare la situazione nella disputa elettorale. “D’ora in poi voglio che ogni ministro dica quello che dirò io qui”, afferma l’ex capo di Stato, elencando i temi della campagna diffamatoria. 
   

Anche un sacerdote compromesso nell’inchiesta sul golpe

    Tra gli obiettivi dell’operazione Tempus Veritatis, condotta ieri dalla polizia federale brasiliana, c’è anche il sacerdote José Eduardo de Oliveira e Silva, della diocesi di Osasco, nella Grande San Paolo.

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   Secondo il giudice della Corte suprema, Alexandre de Moraes, il religioso faceva parte del nucleo giuridico con cui alleati
dell’ex presidente stavano elaborando un presunto piano di colpo di Stato. Durante i blitz di ieri, sono stati eseguiti 33 mandati di perquisizione e sequestro, oltre a quattro mandati di arresto preventivo. Lo stesso Bolsonaro è stato intimato a consegnare il passaporto e a non lasciare il Paese.

   Dottore in Teologia morale presso la Pontificia Università della Santa Croce, padre José Eduardo è noto sui social per i suoi
video contro l’aborto e la cattiva influenza di alcune popstar (tra cui Madonna) sulla vita di bambini e adolescenti. 

L’ex vice di Bolsonaro, ‘Nemmeno Hitler osò tanto’

  Il senatore ed ex vicepresidente del Brasile, Hamilton Mourão, ha detto che “nemmeno Hitler osò tanto all’inizio della sua ascesa al potere”, riferendosi all’operazione di polizia contro l’ex presidente Bolsonaro, nonché suoi alleati politici e militari sospettati di aver pianificato un colpo di Stato.

   In un discorso pronunciato al Senato, Mourão ha affermato che i membri delle Forze armate devono reagire agli “arbitri” e ai
“processi illegali” che la Corte suprema (Stf) sta commettendo contro il loro personale. Il senatore ha inoltre invitato i militari e le opposizioni a mobilitarsi “nel rispetto della legge”.

   “Non ho alcun dubbio che ci stiamo muovendo verso l’instaurazione di un regime autoritario di fatto nel Paese”, ha sostenuto Mourão. “Ciò che si vede nell’ondata di arresti e sequestri è l’intenzione di qualificare le manifestazioni popolari come il risultato di un complotto golpista”, ha aggiunto. “Non c’è nulla che giustifichi l’omissione della giustizia militare. Nemmeno Hitler osò tanto all’inizio della sua ascesa al potere, sgombrando il campo in quello che divenne noto come l’affare Fritz, che fu il licenziamento dell’allora capo di Stato maggiore dell’esercito tedesco”, ha concluso.

Sui social, 58% dei messaggi sono contro l’ex presidente

   Bolsonaro è stato criticato nel 58% dei post sui social riguardanti l’operazione condotta ieri dalla polizia federale contro lo stesso ex presidente e suoi alleati, accusati di aver elaborato un presunto piano di colpo di Stato in Brasile. Un altro 42% ha difeso l’ex leader di destra, secondo i dati raccolti e analizzati dall’istituto Quaest ieri, mentre si svolgevano i blitz.

   Fino alle 18 locali di ieri (le 22 italiane) le menzioni sull’argomento sono state 607mila, raggiungendo i 56 milioni di account. Nella classifica dei temi politici più discussi nel Paese sudamericano, il numero di interazioni è secondo solo all’attacco contro le sedi istituzionali di Brasilia avvenuto l’8 gennaio 2023.

   L’indagine sottolinea che la sinistra ha utilizzato le reti per celebrare un possibile arresto dell’ex capo dello Stato, usando i termini “Bolsonaro in prigione”, “Grande giorno” e “Toc Toc”, un’espressione resa popolare dopo che il profilo del governo ha deriso un’operazione contro il figlio dell’ex presidente, Carlos Bolsonaro, la scorsa settimana. Non sono mancate nemmeno battute e prese in giro sull’indagine riguardante Bolsonaro e i suoi alleati militari.

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