Il festival nella terza serata riabbraccia Gianni Morandi e Russell Crowe, lancia appelli alla pace con Eros Ramazzotti e Giuliano Sangiorgi, grida basta alle morti bianche con Stefano Massini e Paolo Jannacci, ritrova i monologhi. L’apertura, però, è tutta nel segno dell’ironia di Teresa Mannino, che riporta la comicità all’Ariston. Ecco i momenti clou.
Sul palco ironizza Russell Crowe, tornato a Sanremo con la sua band The Gentlemen Brothers. “Al mio segnale scatenate l’inferno”, scandisce in italiano l’epica battuta del Gladiatore di Ridley Scott, poi abbraccia Mannino urlando “Teresa” e quando l’attrice cita le altre star con origini italiane, suggerisce “Travolta, what that fuck!” e mima la ‘chicken dance’.
Per i 40 anni di Terra Promessa, con cui vinse tra le Nuove Proposte, torna ospite Eros Ramazzotti. Trascina il teatro in un mega karaoke, poi lancia il suo appello: “Ci sono quasi 500 milioni di bambini che vivono in zone di conflitto, altri milioni che non vedranno mai la terra promessa: basta sangue, basta guerre. Pace! I nostri pensieri forever”.
C’è stato spazio per un momento di riflessione sulle morti sul lavoro. Stefano Massini e Paolo Jannacci cantano L’uomo nel lampo, storia di un operaio che muore in un’esplosione in fabbrica e lascia un bambino di pochi mesi. “Il lavoro è un diritto che non prevede la morte, proteggere i lavoratori è un dovere”, dice Amadeus. E Massini: “C’è un amore di cui non si parla mai, ma fondamentale, quello che dovremmo avere per i nostri diritti, quelli che ci spettano, chiunque tu sia. Viva la dignità”.
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