Joe Biden conservo’ e divulgo’
volontariamente materiali altamente classificati quando era un
privato cittadino, inclusi documenti sulla politica militare ed
estera in Afghanistan e altre questioni sensibili di sicurezza
nazionale: e’ la conclusione del rapporto del procuratore
speciale Robert Hur che, pur criticando la gestione dei
documenti da parte del presidente, ritiene che non debba essere
incriminato. Lo riferisce l’Ap sul suo sito. I risultati
dell’inchiesta, anche se non penalmente rilevanti, sono
imbarazzanti e probabilmente indeboliranno la capacità di Biden
di attaccare il suo rivale Donald Trump per le carte
classificate di Mar-a-Lago.
Biden non avrebbe potuto essere perseguito come presidente in
carica, ma nel suo rapporto Hur afferma che non avrebbe comunque
raccomandato accuse contro di lui per varie ragioni. Tra queste
il fatto che come vicepresidente, e durante la sua successiva
presidenza quando furono trovate le carte sull’Afghanistan,
“aveva l’autorità di conservare documenti riservati a casa sua”.
Ma anche il fatto che una giuria potrebbe pensare che li avesse
dimenticati in una casa presa in affitto in Virginia e quindi
non trattenuti volontariamente. Oltre al fatto che in un
processo Biden probabilmente si sarebbe presentato alla giuria
“come un uomo anziano empatico, ben intenzionato e con una
scarsa memoria”, come emerso sia con l’autore della sua
biografia sia nella deposizione davanti agli investigatori. Un
commento che mina la campagna di Biden, offuscata dall’immagine
di un presidente vecchio e smemorato.
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