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Unione Europea

Eurocamera e Consiglio Ue trovano l’intesa sulle nuove norme per i rider

BRUXELLES – Le istituzioni Ue trovano un accordo sulla direttiva Ue per i lavoratori delle piattaforme. Lo fa sapere via X la relatrice del testo per l’Eurocamera, l’eurodeputata del Pd, Elisabetta Gualmini. Il Parlamento europeo e i rappresentanti degli Stati membri hanno raggiunto al trilogo di giovedì mattina un accordo provvisorio sulle nuove regole per migliorare le condizioni di lavoro di lavoratori come rider e autisti che lavorano per giganti dell’economia digitale. Le nuove misure, stima il testo, dovrebbero riguardare oltre 30 milioni di lavoratori in Europa, spiega il testo.

L’accordo arriva dopo uno stop subito lo scorso 22 dicembre quando, al momento della ratifica finale, i Paesi Ue non hanno trovato la maggioranza necessaria a procedere. Il dossier, sul quale un nutrito gruppo di capitali guidato da Parigi aveva espresso riserve nonostante una prima intesa politica, è dunque ritornato al tavolo dei negoziati sotto l’egida della presidenza di turno Ue.

Oggi infine la fumata bianca. La direttiva, nel dettaglio, mira a garantire che i rider e autisti e altri lavoratori della nuove app digitali vedano il loro status lavorativo riconosciuto, evitando così i casi di lavoro autonomo fittizio. Le nuove regole introducono una presunzione di rapporto di lavoro subordinato che scatta quando elementi caratterizzanti quali controllo e direzione. L’onere della prova spetterà alla piattaforma nel caso voglia confutare la qualificazione del rapporto lavorativo.

Il testo concordato introduce inoltre le prime norme europee sull’uso dell’intelligenza artificiale sul posto di lavoro. Le nuove regole garantiscono che una persona non possa essere licenziata sulla base di una decisione presa da un algoritmo o da un sistema decisionale automatizzato. Le piattaforme dovranno infatti garantire il controllo umano su decisioni importanti che influiscono direttamente sui lavoratori. La direttiva introduce infine regole più protettive per i lavoratori delle piattaforme nel campo della protezione dei dati. Alle piattaforme sarà vietato trattare alcuni tipi di dati personali, come quelli relativi alle convinzioni personali e agli scambi privati con i colleghi.

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