E’ stata firmata l’ipotesi dell’Accordo collettivo nazionale di medicina generale e continuità assistenziale 2019-2021. Lo rende noto Domenico Proietti, segretario generale della Uil-Fpl, sottolineando che si tratta di un accordo “importante che interessa circa 40.000 medici di Medicina generale e oltre 10.000 di MdCA (ex guardia medica), scaduto da 6 anni”. L’accordo, afferma Proietti, che arriva dopo due anni di lavoro, “è un risultato importante e prevede aumenti contrattuali del 3,78% con i relativi arretrati e maggiori tutele sulla disciplina della maternità”.
“Dopo il rinnovo di tutti i contratti nazionali di lavoro dell’Area Medica del Ssn, la Uil-Fpl è impegnata a dare continuità alla contrattazione chiedendo l’apertura del tavolo per i successivi rinnovi, con l’obiettivo – conclude il leader sindacale – di innovare la parte normativa ed economica, valorizzando le professioni mediche per migliorare la qualità e l’efficacia del nostro sistema sanitario”.
“Sono state accolte alcune importanti istanze: l’istituzione di un Tavolo permanente, presso Sisac sui tempi di conciliazione di vita/lavoro e delle pari opportunità. La malattia e gli infortuni non sono più considerati come sospensione dal servizio ai fini della valutazione dei punteggi delle graduatorie, e questo per non penalizzare quei professionisti che non riescono, per la malattie o infortunio, a svolgere la propria attività” sottolinea Pina Onotri, segretario generale del Sindacato Medici Italiani (Smi), commentando la firma dell’Accordo Collettivo Nazionale (Acn) di medicina generale relativo al triennio 2019/2021. “Abbiamo ottenuto, inoltre – spiega Onotri in una nota – che sia riconosciuta la modalità di visita in telemedicina per le aree disagiate e per le donne medico in gravidanza, con figli fino a tre anni di età, che potranno così lavorare in smart working. Non sono state accolte, invece, proposte riferite all’utilizzo del lavoro part time per quei professionisti che ne facciano richiesta, per particolari motivi, né il riconoscimento del lavoro straordinario dei medici di medicina generale, né tanto meno riuscire a stabilire un tetto al monte ore del lavoro medico”. “Possiamo affermare, però, che per la prima volta nella storia della convezione, che regola il rapporto di lavoro di liberi professionisti dei medici di medicina generale con il Ssn, che si verificano delle aperture su alcune tematiche legate a nuove tutele del lavoro, rompendo finalmente – prosegue – una blindatura che durava da anni su questi temi”. Secondo Onotri, “è in atto una profonda riorganizzazione della medicina generale, con la declinazione del ruolo unico che vedrà piena attuazione per i nuovi incarichi in medicina generale, fermo restando la possibilità per i medici già convenzionati di poter mantenere inalterata la propria forma contrattuale”.
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