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Hamas apre all’intesa sugli ostaggi ma vuole il cessate il fuoco totale. Israele: ‘Non ci fermiamo’

Il premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, ha annunciato di aver ricevuto “una risposta positiva” da parte di Hamas sull’intesa per gli ostaggi israeliani a Gaza. 

Il primo ministro ha precisato che Hamas ha dato una risposta “positiva” alla proposta sostenuta dagli Stati Uniti di liberare gli ostaggi in cambio della sospensione della guerra di Gaza con Israele. “Abbiamo ricevuto una risposta da Hamas riguardo al quadro generale dell’accordo riguardo agli ostaggi. La risposta include alcuni commenti, ma in generale è positiva”, ha detto Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani nel corso della conferenza stampa a Doha con il segretario di Stato Usa Antony Blinken

Hamas insiste nella sua richiesta “di un cessate il fuoco totale e comprensivo” e sulla “fine dell’aggressione”. Lo ha fatto sapere la fazione islamica su Telegram confermando di aver inoltrato al Qatar e all’Egitto la sua risposta alla mediazione di Parigi, “affrontata con spirito positivo”. 

“La risposta di Hamas è negativa nella sostanza”. Lo ha detto una fonte politica israeliana citata dalla tv Canale 12. Fonti autorevoli in Israele citate da Ynet hanno sostenuto che “Hamas ha detto sì al quadro dell’accordo ma ha posto condizioni impossibili. Non cesseremo i combattimenti”. 

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“C’è stata una risposta da Hamas” a proposito dell’accordo sugli ostaggi “ma è un po’ oltre il limite…. Ci stiamo ragionando”. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden rispondendo alle domande dei giornalisti alla Casa Bianca. 

Antony Blinken ha annunciato che discuterà domani con Israele la risposta di Hamas sull’accordo sugli ostaggi. Nella conferenza stampa con il premier del Qatar, Blinken ha poi ribadito che è “essenziale” raggiungere l’accordo sugli ostaggi tra Israele e Hamas. 

Almeno 32 ostaggi israeliani – un quinto dei 136 rapiti ancora nelle mani di Hamas – sono morti. Lo riferisce il New York Times che ha visionato una valutazione interna dell’esercito israeliano. Le famiglie dei 32 ostaggi, la cui morte è stata confermata, sono state informate, hanno detto quattro ufficiali militari al Nyt, aggiungendo che si stanno verificando notizie di intelligence secondo cui almeno altri 20 ostaggi sono stati uccisi. La cifra di 32 ostaggi morti è più alta di quanto finora affermato pubblicamente delle autorità israeliane. L’Idf ha dichiarato al Nyt che la maggior parte è stata uccisa il 7 ottobre

Sono 31 e non 32 gli ostaggi israeliani morti. Lo ha fatto sapere il Forum delle famiglie dei rapiti aggiungendo di essere stato informato in questo senso dall’esercito prima della pubblicazione dell’articolo del New York Times. “Secondo i dati ufficiali in nostro possesso ci sono 31 vittime. Prima che l’articolo fosse pubblicato – ha spiegato il Forum – gli ufficiali di collegamento hanno comunicato a tutte le famiglie dei rapiti che non vi era alcun cambiamento nella valutazione della situazione”. 

Intanto l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi Unrwa si aspetta che il suo rapporto preliminare sulle accuse israeliane secondo cui una dozzina dei suoi dipendenti ha preso parte all’attacco del 7 ottobre contro Israele sia pronto all’inizio del prossimo mese. Lo ha detto la sua rappresentante in Libano, Dorothee Klaus, citata dal Guardian.

La funzionaria Onu ha detto ai giornalisti in Libano che l’agenzia si aspetta che i donatori che hanno sospeso i loro finanziamenti dopo che sono emerse le accuse rivedranno le loro decisioni sulla base dell’indagine. Le Nazioni Unite hanno nominato ieri una commissione indipendente per valutare la neutralità dell’Unrwa nell’attacco di Hamas contro Israele il 7 ottobre.  L’agenzia è nel mirino dopo l’inchiesta che ha fatto emergere che 12 suoi dipendenti avrebbero partecipato in varie forme ai massacri in Israele. 

La commissione, nominata dal segretario generale Antonio Guterres, sarà guidata dall’ex ministra degli Esteri francese Catherine Colonna, in collaborazione con tre centri di ricerca  – l’Istituto Raoul Wallenberg in Svezia, l’Istituto Chr. Michelsen in Norvegia e l’Istituto danese per i diritti umani), secondo un comunicato dell’Onu. Nel rapporto finale la commissione dovrà, se necessario, sottoporre proposte per “migliorare i meccanismi in atto” per il funzionamento dell’organizzazione.

La nomina della commissione è stata decisa in consultazione con il Commissario generale di Unrwa, Philippe Lazzarini, che ne aveva fatto richiesta: i compiti saranno di valutare se l’agenzia stia facendo tutto ciò che è in suo potere “per garantire la sua neutralità e per rispondere alle accuse di gravi violazioni in caso queste avvengano”. Guterres ha osservato che queste accuse sono arrivate in un momento in cui la più grande agenzia delle Nazioni Unite nella regione “sta lavorando in condizioni estremamente difficili per fornire assistenza salvavita ai due milioni di persone nella Striscia di Gaza che dipendono da essa per la loro sopravvivenza in una delle più grandi e complesse crisi umanitarie del mondo”.

La revisione esterna indipendente del lavoro dell’Unrwa si svolgerà parallelamente a un’indagine attualmente in corso da parte dell’Ufficio dei servizi di supervisione interna delle Nazioni Unite (Oios) sulle accuse di coinvolgimento di membri del personale negli attacchi del 7 ottobre. La commissione inizierà il suo lavoro il 14 febbraio e il suo rapporto finale, che sarà reso pubblico, dovrebbe essere completato alla fine di aprile 2024.

Israele, ‘Forniremo le prove sui legami con Hamas

    Il ministro israeliano degli Esteri, Israel Katz, informato sulla creazione della commissione di inchiesta, ha detto che “Forniremo tutte le prove che evidenziano i legami dell’Unrwa con il terrorismo e i suoi dannosi effetti sulla stabilità regionale”.

    “E’ imperativo – ha aggiunto – che questa Commissione porti la verità alla luce, rendendo necessarie le dimissioni del presidente dell’Unrwa Lazzarini”. 

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