“Siamo pronti a fare un’altra istanza” per chiedere i domiciliari, “sperando che la magistratura questa volta non la rifiuti”. Lo dice all’ANSA l’avvocato ungherese di Ilaria Salis, Gyorgy Magyarto. “Ilaria è un’antifascista fiera che non vuole darsi alla fuga e il giudice può essere convinto in questo senso”, ha aggiunto precisando che “i domiciliari a Budapest, dal punto di vista del lavoro della difesa, sarebbero la soluzione migliore” in un processo che si preannuncia lungo, con la prossima udienza a fine maggio e la successiva non prima di “settembre”. L’avvocato, che sostiene la difesa nel processo alla Corte municipale di Budapest, ha spiegato di capire i motivi dell’imputata, della famiglia e dei legali italiani, per farla tornare in Italia ma, secondo lui, una sorveglianza cautelare ai domiciliari nel suo Paese renderebbe più difficile il lavoro della difesa. “Sarebbe meglio cercare una dimora sicura a Budapest, accettata come tale dalla magistratura e dalla polizia ungheresi, con la garanzia di un braccialetto elettronico contro ‘il pericolo di fuga’ – motivazione che ha portato al rifiuto delle precedenti richieste di domiciliari”, ha aggiunto precisando che tale soluzione “può assicurare un contatto continuo con i difensori”. Il legale ha poi confermato che Salis, su insistenza della difesa, sta iniziando a ricevere il materiale probatorio tradotto in italiano ma – ha puntualizzato – “c’è ancora un lungo lavoro” da fare.
“Dallo Stato non ci aspettiamo più nulla, non abbiamo attese particolari, ci è stato negato tutto e ora dobbiamo continuare a cercare autonomamente delle soluzioni”: è quanto ha detto all’ANSA Roberto Salis, il padre di Ilaria Salis, la 39enne detenuta da circa un anno a Budapest con l’accusa di aver aggredito due militanti neonazisti, dopo l’incontro avvenuto ieri a Roma con i ministri Antonio Tajani e Carlo Nordio. “Ho sentito Ilaria – aggiunge – sperava di avere buone notizie e ci è rimasta male. È molto delusa e un po’ agitata”. Per quanto riguarda i domiciliari in Ungheria “è un’ipotesi che non piace a nessuno ma vedremo”.
Il legale italiano: ‘Non è una privilegiata, basta applicare le norme’
“Ilaria Salis non deve essere una privilegiata e non abbiamo chiesto ai ministri Nordio e Tajani nessun trattamento da privilegiata. Si tratta di applicare le norme e dare supporto alla richiesta di passare ai domiciliari in Italia”: è quanto ha detto all’ANSA l’avvocato Eugenio Losco, uno dei legali italiani di Ilaria Salis, la 39enne detenuta da circa un anno a Budapest con l’accusa di aver aggredito due militanti neonazisti, dopo l’incontro avvenuto ieri a Roma con i ministri Antonio Tajani e Carlo Nordio.
“Parleremo con Ilaria per capire l’eventualità di chiedere i domiciliari in Ungheria ma lei si è sempre opposta per una questione di sicurezza e di principio. E’ suo diritto avere i domiciliari in Italia e dobbiamo tener presente anche l’aspetto sicurezza – ha aggiunto – Giornali e siti ungheresi hanno pubblicato subito dopo i fatti la sua foto e il suo indirizzo: è un volto noto e quindi c’è anche un certo timore per rimanere a Budapest, l’ambasciata poteva tutelarla un po’ di più”.
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