“L’economia mondiale ha dato prova di una reale resilienza nel contesto di forte inflazione degli ultimi due anni e di necessaria stretta sulle politiche monetarie”: è quanto afferma il segretario generale dell’Ocse, Mathias Cormann, nel giorno della presentazione a Parigi delle Prospettive economiche dell’Ocse.
“La crescita – aggiunge Corman – ha resistito e prevediamo un ritorno dell’inflazione al livello degli obiettivi fissati dalle banche centrali entro fine 2025 in gran parte delle economie del G20”.
Per Cormann, tuttavia, le “banche centrali devono continuare a condurre una politica monetaria prudente, anche se quest’anno potrebbero cominciare a ridurre i tassi, a condizione che prosegua il calo dell’inflazione”.
Il responsabile dell’Ocse invita inoltre gli Stati a “raddoppiare gli sforzi per contenere l’aumento della spesa” e a “lavorare insieme per rilanciare gli scambi, migliorare la resilienza delle catene di approvvigionamento e affrontare problemi comuni, in particolare i cambiamenti climatici”.
Per l’Ocse, le tensioni attuali, a cominciare dalla situazione in Medio Oriente, restano una fonte “maggiore di incertezza”. Le “minacce che pesano sul trasporto marittimo nel Mar Rosso – si sottolinea nell’Economic Outlook – hanno fatto aumentare i costi e allungato i termini di consegna dei fornitori. In caso di escalation – avverte l’organismo – questi fattori potrebbero tradursi con nuove tensioni sul prezzo dei beni e mettere in pericolo l’attesa ripresa”.
Da parte sua, la capoeconomista dell’Ocse, Clare Lombardelli, ha detto che il calo dell’inflazione “è una buona notizia. L’inflazione – ha ribadito sta calando in gran parte delle economie avanzate.
Ovviamente la partita non è ancora vinta ma le stime sono incoraggianti anche se la strada non è priva di ostacoli.”
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