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Al New York Times un desk per l’intelligenza artificiale

Dopo aver fatto causa a OpenAi e Microsoft, il New York Times entra nel business dell’intelligenza artificiale: la Vecchia Signora in Grigio sta per aprire un desk che esplorerà usi possibili dell’AI nel lavoro delle redazioni. Il team dovrà concentrarsi sull’ “uso dell’intelligenza artificiale da parte dei giornalisti e su come il Times è presentato ai lettori”, ha scritto il nuovo capo delle iniziative AI del quotidiano, Zach Seward, in un memorandum ai dipendenti di cui ha preso lettura The Verge.

A questo scopo il Times assumerà un esperto di apprendimento da parte dei computer, un ingegnere del software, un designer e un paio di giornalisti: “Il team si interfaccerà con altri gruppi di lavoro nei settori delle news, del prodotto e delle tecnologie per elaborare le idee migliori, dal prototipo alla produzione”.

Il New York Times non sarà mai comunque prodotto dalle macchine: “Per quanto siamo eccitati all’idea di portare gli strumenti dell’intelligenza artificiale nell’azienda, crediamo fermamente che il nostro tipo di giornalismo sarà sempre prodotto, scritto e revisionato da giornalisti esperti”, ha proclamato Seward.

Il New York Times ha avuto una relazione conflittuale con l’AI ed è stata una delle prime testate a bloccare la scorsa estate, cercando in prima battuta una soluzione amichevole, le esplorazioni dei web crawler di OpenAi dei suoi contenuti. La decisione era poi montata nell’azione legale contro OpenAI e il suo maggiore investitore, Microsoft.

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L’accusa, presentata alla vigilia di Capodanno, era di violazione del diritto d’autore per l’uso non autorizzato di milioni di suoi articoli per addestrare le chatbot, incluse ChatGPT e Copilot. L’azione legale aveva aperto un nuovo fronte nella battaglia che va avanti da anni fra Big Tech e l’industria dei media sul mondo del web, facendo scontrare uno dei influenti quotidiani americani con Sam Altman, pioniere dell’intelligenza artificiale alla guida di un colosso che vale quasi 100 miliardi di dollari.

Molte altre testate hanno intanto cominciato a esplorare se e come portare l’intelligenza artificiale a bordo. Come ha fatto in luglio l’Associated Press, anche Axel Springer, l’editore tedesco che pubblica Politico e Business Insider, ha stipulato in novembre un accordo di licenza con OpenAI per condividere contenuti ed esplorare l’uso dell’intelligenza generativa per la raccolta delle notizie.

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