L’effigie della scultura del Guerriero di Capestrano compare per la prima volta nel nuovo gonfalone della Regione Abruzzo: il nuovo stemma è stato presentato a Chieti dopo la decisione del Consiglio regionale di un rinnovamento. Oltre al tradizionale scudo sannitico a tre fasce di colori nello stemma compare quindi una delle figure iconiche dell’Abruzzo. L’opera porta la firma del maestro Mimmo Paladino, esponente della Transavanguardia italiana; sotto lo scudo è indicato il motto “Gentium vel fortissimarum Italiae”, citazione di Plinio il Vecchio.
Nel museo, che ospita la statua del Guerriero, erano presenti il presidente della Regione, Marco Marsilio, e il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, accolti dalla direttrice Patrizia Colarossi, mentre Paladino è apparso in un video messaggio. “A noi piace pensare che restituiamo al Guerriero di Capestrano la sua antica funzione: custode a protezione del proprio popolo – ha detto Marsilio. Al di là della identificazione geografica del territorio, è un simbolo identitario che unisce tutti gli abruzzesi. È stato da parte del Consiglio regionale un grande salto di qualità: è stato importante che l’approvazione del nuovo stemma sia avvenuta all’unanimità perché uno stemma, un simbolo, non appartiene a un partito, a una maggioranza, ma appartiene a tutti”.
“Il presidente Marsilio è stato il presidente che ha unito tutto veramente l’Abruzzo superando qualsiasi campanile – ha detto dal canto suo Sospiri -. Abbiamo ritenuto che fosse giusto e opportuno inserire, nello stemma composto dai tre colori che contraddistinguono il nostro paesaggio, un simbolo identitario in cui tutti gli abruzzesi potessero riconoscersi. Per guardare al futuro dobbiamo fare richiamo alle nostre radici, alle più lontane, alle più solide. Per questo abbiamo pensato di inserire all’interno del gonfalone della Regione Abruzzo, la figura del Guerriero di Capestrano, il più importante ritrovamento archeologico della nostra regione, risalente al VI secolo, con l’aggiunta di una citazione di Plinio il Vecchio, che dimostra quanto anche molti secoli fa si conoscesse la forza, la determinazione e la capacità degli abruzzesi di rimboccarsi le maniche”.
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