Rimane tesa la situazione a Machu
Picchu, cittadella Inca del Perù patrimonio culturale
dell’umanità dell’Unesco, per uno sciopero della popolazione
locale contraria alla decisione del ministero della Cultura di
assegnare a privati la gestione della vendita dei biglietti di
ingresso.
Nel quadro delle proteste, giunte al quinto giorno, le
autorità peruviane hanno portato a termine durante il fine
settimana l’evacuazione di quasi 700 turisti nazionali e esteri
rimasti bloccati nello storico sito archeologico.
I dimostranti chiedono che venga revocata la decisione di
assegnare, senza concorso, la vendita dei biglietti alla società
Joinnus, filiale del gruppo Credicorp.
Ma la ministra della Cultura, Leslie Urteaga, ha
categoricamente escluso che questo avverrà con il ripristino del
vecchio sistema pubblico di acquisto dei biglietti per Machu
Picchu.
Nella ricerca di una soluzione che metta fine alla protesta
sono impegnati tre ministri e il governatore della regione di
Cusco, Werner Salcedo, che ha convocato le parti ad una riunione
tecnica domani, chiedendo nel contempo di sospendere lo sciopero
ai manifestanti, che però non hanno accettato.
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