“Le grandi società tech stanno perseguendo i profitti con uno sconsiderato disprezzo per i diritti umani, la privacy personale e l’impatto sociale”.
Questo il duro monito lanciato da Antonio Guterres nel suo intervento al meeting annuale del World Economic Forum a Davos. Il segretario generale delle Nazioni Unite ha tracciato un parallelo tra le “minacce esistenziali” poste dal cambiamento climatico e da uno sviluppo dell’IA “senza guardrail”, lamentando la mancanza di “una strategia globale efficace per far fronte ad entrambi”. L’IA ha “un enorme potenziale per lo sviluppo sostenibile, ma il Fondo monetario internazionale ha appena avvertito che è molto probabile che peggiori le disuguaglianze”, ha spiegato poi Guterres, ricordando il rapporto del Fmi pubblicato alla vigilia del meeting di Davos. Secondo il Fmi, l’IA avrà un impatto sul 60% dei posti di lavoro nelle economie avanzate, a fronte del 40% previsto per i mercati emergenti e del 26% per i Paesi a basso reddito.
Il rischio, si sottolinea nel rapporto, è che lo sviluppo della nuova tecnologia aumenti il divario tra paesi ricchi e paesi poveri, ed amplifichi le disuguaglianze salariali, con forti aumenti di reddito solo per alcune categorie di lavoratori che hanno già redditi elevati. Da qui l’appello di Guterres ai governi perché lavorino “urgentemente” con le società tech su “quadri di gestione del rischio per lo sviluppo e sul monitoraggio e la mitigazione dei danni futuri”. Il segretario generale dell’Onu ha infine sottolineato la necessità di “uno sforzo sistematico per aumentare l’accesso all’IA in modo che le economie di sviluppo possano beneficiare del suo enorme potenziale” con l’obiettivo ultimo di “colmare il divario digitale invece di approfondirlo”.