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Unione Europea

Il presidente dell’Eurogruppo Donohoe: “Continueremo impegno con l’Italia sul Mes”

BRUXELLES – “Giorgetti ha fornito una panoramica molto fattuale dei recenti sviluppi all’interno del Parlamento italiano, ci siamo impegnati a continuare a collaborare con lui”. Lo ha detto il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, in conferenza stampa al termine della riunione dei 20 ministri dell’Economia dell’Eurozona. Dopo lo scambio con Giorgetti “al momento l’unico impegno che c’è è di riflettere sulle conseguenze della decisione” dell’Italia “e tornare su questo tema in futuro”, ha sottolineato evidenziando che “c’è un desiderio da parte di tutti di ascoltare attentamente Giorgetti e impegnarsi con lui per vedere se sia possibile trovare un modo per rafforzare la nostra Unione bancaria”.

“Il ministro Giorgetti ci ha aggiornati sulla situazione dopo il voto negativo sulla ratifica del trattato del Mes, naturalmente non possiamo fare progressi su questo fronte, ma la mancata ratifica” da parte dell’Italia, ha detto, “significa che i nostri sforzi per costruire un’unione bancaria continuano a mancare di un sostegno comune al Fondo di risoluzione unico e continuano a mancare di uno strumento potente per aiutarci ad affrontare gli effetti delle difficoltà bancarie”

“Per quanto fossi felice della ratifica dei 19 parlamenti” dei Paesi dell’Eurozona, “mi rammarico della decisione del parlamento italiano di non ratificare la riforma del trattato del Mes”. Lo ha dichiarato nella conferenza stampa il direttore generale dello stesso Meccanismo europeo di stabilità, Pierre Gramegna, parlando “dell’opportunità persa per rendere l’Eurozona più resiliente e rafforzare l’Unione bancaria”. “Con questa mancata ratifica, molte questioni rimangono in sospeso”, ha sottolineato Gramegna. “Fortunatamente è successo in un momento in cui non abbiamo una crisi finanziaria in corso”, ha aggiunto.

La prima conseguenza diretta della mancata ratifica dell’Italia, ha osservato Gramegna, è che “il trattato rivisto non può entrare in vigore”. Questo, ha spiegato il direttore del Mes, significa che “il backstop comune per il Fondo di risoluzione unico, che dovrebbe proteggere i soldi dei contribuenti dall’essere utilizzati per i salvataggi delle banche, non può messere in atto” e che “lo strumento precauzionale del Mes rimarrà quello che è nel trattato esistente del 2012”, mentre “il progetto era di modernizzarlo e renderlo adatto a un mondo con un nuovi tipi di crisi”.

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