BRUXELLES – L’Unione europea si congratula con Taiwan per la partecipazione della popolazione alle elezioni e, in una nota, ricorda che i “nostri sistemi di governo sono basati sul rispetto dei principi democratici, dello stato di diritto e dei diritti umani“. Nella nota l’Ue sottolinea inoltre che “la pace e la stabilità nello stretto di Taiwan sono elementi chiave per la sicurezza e lo sviluppo nella regione e a livello globale”. L’Ue, si legge ancora nella nota, resta preoccupata per le crescenti tensioni nell’area e si oppone a qualsiasi tentativo unilaterale di cambiamento dello status quo”.
“Taiwan ha centrato una vittoria per la comunità delle democrazie”, ha detto William Lai, candidato del Partito democratico progressista alle elezioni presidenziali di Taipei, ai suoi sostenitori. Lai, uno scettico nei confronti della Cina con un passato a sostegno dell’indipendenza, ha strappato un risultato che rischia di infiammare le tensioni tra Pechino e Washington. Lo spoglio ha assegnato al candidato del partito democratico progressista (Dpp) il 40,1% delle preferenze. Hou Yu-ih del Kuomitang (Kmt) si ferma al 33,6%.
“Questa sera abbiamo dimostrato al mondo quanto Taiwan abbia a cuore la sua democrazia: voglio ringraziare il popolo taiwanese per aver scritto un nuovo capitolo nella nostra democrazia, dimostrando al mondo quanto abbiamo a cuore la nostra democrazia e questo è il nostro impegno incrollabile”. Aveva detto William Lai, a vittoria ormai certa, parlando a media e sostenitori. “Il popolo taiwanese ha resistito con successo alle pressioni di forze esterne per influenzare le elezioni, ma noi crediamo che solo il popolo di Taiwan abbia il diritto di scegliere il proprio presidente”, ha aggiunto Lai.
Il suo però ha perso la maggioranza assoluta allo Yuan legislativo, il parlamento dell’isola. Nel 2016, il Dpp aveva ben 68 seggi sui 113 complessivi dell’assemblea, già scesi a 61 nella tornata elettorale 2020. Lai potrà contare su 34 seggi (contro i 32 in carico ai nazionalisti del Kmt). È possibile che Dpp e Kmt si trovino grosso modo alla pari, sopra quota 40, lasciando al partito popolare di Taiwan, la terza forza politica, una decina di seggi con una sorta di potere di veto su ogni provvedimento.
“Gli sforzi del partito non sono stati sufficienti”, ha detto Lai, incontrando i media. Le elezioni ci hanno detto che la gente si aspetta un governo efficace e controlli ed equilibri forti. Comprendiamo e rispettiamo pienamente queste opinioni”. Lo spirito della nuova legislatura, quindi, significa che “Taiwan deve costruire un ambiente politico di comunicazione e cooperazione”, ha notato Lai, assicurando che studierà attentamente le politiche proposte dagli altri partiti, impegnandosi a portare nel suo governo anche talenti provenienti da contesti politici diversi.
Ma secondo il governo cinese il Partito democratico progressista “non può rappresentare l’opinione pubblica tradizionale dell’isola” e “non impedirà l’inevitabile tendenza alla riunificazione della Cina“. Lo ha affermato Chen Binhua, portavoce dell’Ufficio per gli Affari di Taiwan del governo cinese, in quello che è il primo commento ufficiale di Pechino sulla vicenda. “Le elezioni non cambieranno il panorama di base e la tendenza allo sviluppo dei rapporti tra le due sponde dello Stretto e non altereranno l’aspirazione condivisa dei compatrioti dello Stretto di Taiwan a stringere legami più stretti”, ha detto Chen.