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Campanello d’allarme per
l’inquinamento a Mumbai, che negli ultimi giorni ha visto la
città capitale economica indiana competere con quella politica
per gli alti indici di tossicità dell’aria, con il livello di PM
10 a 191, più alto di quello di Delhi, stabile a 84.
La principale causa della situazione è identificata nella
scarsità dei venti e nel rallentamento dei loro cicli abituali.
Secondo gli esperti, tuttavia, ci sono almeno altri cinque
fattori che rischiano di peggiorare ulteriormente nelle prossime
settimane la qualità dell’aria di Mumbai: il cemento usato nelle
decine di migliaia di cantieri, la polvere delle strade, la
combustione a cielo aperto dei rifiuti solidi e della
spazzatura, l’uso di combustibili inquinanti da parte di
ristoranti, panetterie e chioschetti che cuociono cibo di
strada.
Delhi detiene da tempo il record infausto di città con l’aria
meno respirabile del paese: gli studiosi del fenomeno, tuttavia,
sottolineano che la capitale, afflitta dall’infausta
collocazione geografica, ha imparato a monitorare il fenomeno in
anticipo, e si è data una serie di provvedimenti per mitigarlo,
mentre Mumbai, abituata a beneficiare dell’azione dei venti, non
ha al momento linee guida per contrapporsi all’inquinamento.
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