BRUXELLES – “Al Consiglio Difesa oggi ci occuperemo anche dello European Peace Facility: grazie a questo fondo abbiamo mobilitato 10 miliardi di aiuti militari all’Ucraina rispetto ai 3,5 miliardi di euro di richieste di rimborsi che abbiamo ricevuto, è molto di più di quanto ci aspettassimo”. Lo ha detto l’alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell, che si è poi detto sicuro che l’ottava tranche di rimborsi, al momento ferma per colpa del veto dell’Ungheria, verrà “sbloccata”.
Parlando dell’addestramento dei piloti ucraini per gli F-16 Borrell ha anche confermato che “è già iniziato in molti Paesi, come la Polonia. Questo prenderà tempo ma prima si inizia meglio è. All’inizio si discute, i Paesi sono riluttanti, come per i Leopard, ma alla fine ci si arriva. Ed è una misura ulteriore per far sì che l’Ucraina si possa difendere”.
“Il milione di munizioni all’Ucraina entro il prossimo marzo è un obiettivo realistico, è possibile farlo, ma oggi ci vuole un impegno politico al Consiglio, ogni Paese deve piazzare gli ordini alle aziende, e probabilmente mettere soldi freschi sul tavolo, specialmente se si paragona quanto fatto per la crisi del Covid e i sussidi all’energia”. Lo ha detto Hanno Pevkur, ministro della Difesa estone, arrivando al Consiglio.
Sulla questione è intervenuta anche la ministra olandese, Kajsa Ollongren, confermando che in seguito al “via libera di Washington per l’addestramento di piloti ucraini all’uso degli F-16” si possono ora “completare i piani che stavamo facendo con la Danimarca e altri alleati”, tra cui Belgio e Gran Bretagna “per iniziare l’addestramento”. “Si tratta del primo passo da compiere”, cui seguiranno ulteriori discussioni con gli Stati che hanno in dotazione gli F-16″. Il passo successivo, ha continuato, sarà quello di fornire i velivoli stessi. Dal momento che l’Olanda intende passare dagli F-16 agli F-35, “ha senso per noi essere un fornitore per l’Ucraina, così come altri Paesi che stanno facendo lo stesso”, ha concluso la ministra.
Per la Germania invece le possibilità di unirsi alla coalizione degli F-16 “sono estremamente limitate”.”Attualmente stiamo esaminando le poche possibilità che potrebbero in teoria esistere”, ha detto il ministro tedesco, Boris Pistorius, al Consiglio. Berlino difficilmente potrà dare un contributo su questo dossier, dal momento che “non dispone di F-16” e “presumibilmente non saremmo in grado di aiutare molto nemmeno con l’addestramento dei piloti”, ha spiegato.
Pistorius, si è detto inoltre “molto deluso” e “irritato” dal veto dell’Ungheria sull’erogazione della tranche da 500 milioni di euro di rimborsi per le armi fornite a Kiev nel quadro dello European Peace Facility (Epf). Il veto di Budapest “ostacola il rimborso di quanto altri Paesi hanno finanziato a sostegno dell’Ucraina” impedendo a questi Stati di recuperare i soldi spesi, “non è una bella mossa”, ha detto il ministro, sottolineando come l’Epf sia uno “strumento molto efficace” che “fornisce incentivi fondamentali”. “Circa un euro su quattro dell’Epf viene dalla Germania”, ha aggiunto.