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Unione Europea

Giorgetti: “Sulle crisi bancarie il focus sia sulla stabilità”

BRUXELLES – Il ministro Giancarlo Giorgetti è intervenuto sulla proposta di riforma del quadro Ue di gestione delle crisi bancarie e assicurazione dei depositi (Cmdi), esprimendo, durante la sessione pubblica del Consiglio dei ministri delle Finanze, alcune riserve e invitando a focalizzarsi sull’obiettivo “di perseguire la stabilità finanziaria”.

“L’alternativa tra la risoluzione e il regime di liquidazione deve dipendere dall’obiettivo di preservare la stabilità finanziaria”, ha sottolineato. E l’uso dei regimi nazionali di garanzia dei depositi nazionali nelle crisi bancarie “dovrebbe essere permesso come soluzione meno onerosa“. “Ci sono dei margini per far sì che il requisito minimo sia più proporzionato“, ha tra l’altro sottolineato riferendosi ai nuovi requisiti previsti dal Cmdi per gli istituti più piccoli.

“Per produrre miglioramenti, il quadro dovrebbe includere una rete di sicurezza che permetta un intervento rapido nel caso in cui sia a repentaglio la stabilità finanziaria”, ha aggiunto nel suo intervento. “Riteniamo che siano necessarie ulteriori progressi per poter completare l’Unione bancaria”, è stato l’appello nel quale Giorgetti ha anche affermato che il riesame del Cmdi “è un primo passo verso il completamento della Unione bancaria, che prepara la strada a un regime di garanzia depositi europeo, atteso da molto tempo come terzo pilastro”.

Il governo tedesco, per bocca del ministro delle Finanze Christian Lindner, si dice convinto “della necessità di compiere progressi nell’unione bancaria”, ma sostiene che “l’attuale proposta della Commissione europea non è ancora accettabile“. 

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In vista del primo confronto sulla proposta della Commissione sulla gestione delle crisi bancarie e assicurazione dei depositi (Cmdi) “siamo preoccupati per due punti in particolare, e il primo riguarda l’inclusione di azionisti e creditori nel caso di fallimento di una banca“, ha affermato Lindner prima della riunione. “Finora si è sempre pensato di coinvolgere gli azionisti e i creditori nel processo di stabilizzazione prima di utilizzare gli strumenti comuni europei, è stato previsto un bail-in obbligatorio dell’8%, indispensabile per ridurre i rischi e prevenire la collettivizzazione”, ha osservato”.

La responsabilità individuale, ha dichiarato Lindner prima della riunione, “contribuisce alla stabilità, ma il fatto che ora vogliamo discostarcene è discutibile dal punto di vista normativo, economico ed etico“.

Il secondo punto su cui il ministro si oppone è la mancanza di un approccio che preservi “sistemi di garanzia dei depositi funzionanti” come presenti in Germania, dove si ricorre a “sistemi di garanzia istituzionale presso le casse di risparmio e gli istituti cooperativi”.

Lindner ha anche spiegato che per la Germania lo schema europeo di assicurazione dei depositi (Edis) e il trattamento normativo sull’esposizione sovrana (Rtse) “sono strettamente legati”. “Sosteniamo un approccio complessivo, che includa Rtse e Edis: al momento non riesco a immaginare di vedere progressi per quanto riguarda l’Rtse, e dubito quindi che vedremo progressi sull’Edis”, ha continuato.

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