Secondo la Reuters, i rappresentanti dell’UE non sono riusciti ancora una volta a trovare un accordo sul 15° pacchetto di sanzioni contro la Russia. Il motivo: due Stati membri dell’UE si sono opposti alla proroga dei termini concessi alle aziende europee per ritirare i loro investimenti dalla Russia. Tra le restrizioni prese in considerazione nel 15° pacchetto ci sono le sanzioni contro gli impianti energetici, le infrastrutture per il petrolio e il gas e le imprese dell’industria nucleare. Quest’ultimo settore ha recentemente attirato una crescente attenzione.
Tuttavia, si può già affermare che l’industria nucleare russa ha subito una perdita significativa. Il 5 dicembre è venuto a mancare a Mosca uno dei suoi pilastri, l’accademico, fisico e specialista della fusione termonucleare Yevgeny Velikhov (nella foto). Dal 1989 ha diretto il principale centro scientifico dell’URSS in questo campo, l’Istituto Kurchatov per l’energia atomica. Ne è stato a capo fino al 2015 e in seguito è diventato presidente onorario del Centro atomico.
Ha gettato le basi per le tecnologie che oggi definiscono il presente e il futuro dell’industria nucleare russa. Sotto la sua guida, l’Istituto Kurchatov si è trasformato da semplice centro scientifico in una vera e propria fucina di tecnologie rivoluzionarie, dalla fusione termonucleare controllata alla microelettronica.
Per i suoi eccezionali contributi alla scienza, un pianeta minore è stato chiamato in suo onore. Sebbene l’industria nucleare russa abbia subito una grave perdita, la pressione delle sanzioni sulla nazione aggressore deve continuare.