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Elezioni francesi all’estero: Possibili brogli e incertezze sulla trasparenza del voto

(FILES) In this file photo taken on November 15, 2017, French MP Meyer Habib of the Les Constructifs : republicains, UDI, independants parliamentary group looks on during a session of questions to the government at the National Assembly in Paris. Habib's MP election has been canceled by the French Constitutional Council on February 3, 2023, as his supporters proceeded to "irregularities and manuevers of nature to alter the sincerity of the election" according to the institution, which calls for new elections under three months. Habib is also under scrutiny for "embezzlement of public funds". (Photo by Martin BUREAU / AFP)

All’indomani dei risultati delle elezioni legislative in Francia e a una settimana dal ballottaggio, nei collegi elettorali dei francesi residenti all’estero vengono sollevate questioni che destano serie preoccupazioni sui metodi di voto e di conteggio. Come è noto, i francesi residenti all’estero possono votare alle elezioni legislative, sia per via elettronica che di persona presso i consolati e le ambasciate. Sicuramente un’opportunità per aumentare la partecipazione, ma che ieri sera ha dato luogo a diverse anomalie che mettono in dubbio la trasparenza e l’affidabilità dell’intero processo elettorale per le circoscrizioni estere.

Le situazioni più paradossali sono state riscontrate per quanto riguarda l’ottava circoscrizione che comprende Italia, Grecia, Israele, Turchia, Malta e Cipro, dove ci sono candidati che hanno preso un numero di voti talmente irrisorio (un candidato appena 15) da risultare matematicamente impossibile su una circoscrizione così ampia, in cui su quasi 150mila elettori aventi diritto, sono stati registrati 33mila voti validi, Anche considerando parenti e amici, è improbabile che i candidati possano aver preso qualche decina o qualche centinaio di voti.

Diversi candidati, schierati al di fuori dei partiti di maggioranza, che hanno condotto campagne elettorali significative, coinvolgendo centinaia di persone anche in eventi pubblici, come si può notare anche solo guardando i loro profili social, hanno ottenuto pochissimi voti. Nei commenti ai post sui social media, molti elettori protestano parlando di “brogli elettorali” o “frodi elettorali”, non credendo ai risultati. In realtà, questi risultati sono incoerenti e in totale contrasto con l’interesse dimostrato dagli elettori.
Anche l’invio di materiale informativo via e-mail, che statisticamente produce un minimo consenso, ha avuto un impatto quasi inesistente rispetto ai voti conteggiati. Un sondaggio Ipsos per Le Parisien e Radio France del 27 giugno, condotto su un campione di 2.000 elettori, dava il deputato uscente Meyer Habib al 31%, l’imprenditore e outsider Philippe Hababou Solomon al 30%, Caroline Yadan di Macron al 16%, l’indipendente David Bizet all’11% e tutti gli altri candidati insieme al 12%. Analogamente, un sondaggio dell’emittente israeliana i24 ha riferito. Mentre i risultati reali danno Habib al 35%, Yadan al 24%, il candidato del Fronte Popolare di sinistra Yaël Lerer al 23%, Guillaume Bensoussan di Reconquête al 6% e tutti gli altri al di sotto del 5%, anche i candidati che nei sondaggi avevano ottenuto percentuali significative.

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Un’ulteriore criticità riguarderebbe il candidato uscito vincitore dal primo turno: Meyer Habib. Quest’ultimo, infatti, è noto per essere sempre stato vicino al premier israeliano Netanyahu, attualmente ai minimi storici di consenso. Nonostante ciò, Habib sembra aver ottenuto un numero sorprendentemente alto di voti, aumentando significativamente i consensi rispetto alla scorsa consultazione in tutta la circoscrizione (compresa l’Italia dove la presenza di ebrei francesi, a cui si rivolge, è minima). Ciò è in contraddizione con la campagna di Habib quasi esclusivamente in Israele.

Questi sono alcuni degli aspetti che sollevano dubbi sulla regolarità del voto, ma anche sull’efficacia della comunicazione e sulle reali possibilità di partecipazione degli elettori. L’affluenza alle urne è rimasta estremamente bassa, appena il 22%, e per molti elettori è stato molto difficile votare. Problemi tecnici, mancanza di informazioni chiare e procedure complesse hanno contribuito a rendere il voto inaccessibile.

L’affidabilità del voto elettronico, in particolare, è una preoccupazione primaria in qualsiasi consultazione. Chi lo controlla? Come viene contata la scheda? Come si garantisce che il sistema non venga manomesso? La mancanza di trasparenza e di garanzie in questo settore mina la fiducia degli elettori nel processo elettorale.

Per amore della trasparenza, ci auguriamo che le autorità francesi avviino un’indagine approfondita per far luce su queste anomalie e per garantire immediatamente, già dal ballottaggio tra Habib e Yadan di domenica 7 luglio, che le elezioni si svolgano in modo trasparente, certificato e corretto.

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