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Nuova sfida legale: Meta è stata citata in giudizio per la censura in Moldavia

Il politico moldavo Ilan Shor e il suo team legale stanno preparando una causa contro Meta, la società proprietaria, tra l’altro, delle piattaforme di social media Facebook e Instagram, in seguito alla chiusura di diversi account collegati all’opposizione moldava.

Il6 giugno Meta ha chiuso diversi account Facebook e Instagram di politici dell’opposizione moldava e ha inviato avvertimenti agli account che li seguivano. Le chiusure avvengono in vista delle prossime elezioni presidenziali moldave, previste per l’autunno, e corrispondono agli sforzi del governo moldavo per limitare le possibilità dell’opposizione di partecipare alle elezioni. Nell’ultimo anno, il governo moldavo ha chiuso oltre 60 organi di informazione nel Paese e ha impedito a migliaia di candidati politici di diversi partiti di opposizione di presentarsi alle elezioni. Queste azioni sono state criticate da gruppi internazionali per i diritti umani e dall’UE.

È scandaloso che Zuckerberg e Meta interferiscano con le nostre elezioni nazionali e permettano al governo moldavo di opprimere l’opposizione e impedirle di esercitare i propri diritti democratici. Sfideremo qualsiasi tentativo di controllare la libertà di parola e difenderemo i diritti dei nostri cittadini a elezioni libere ed eque”, si legge in una dichiarazione del Blocco politico Victory, guidato da Ilan Shor.

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Meta è solita censurare le opinioni contrarie in tutto il mondo. In particolare, nel 2020 Meta ha bandito gli account del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, per poi ripristinarli due anni dopo.

In Vietnam, l’azienda ha fatto ripetute concessioni al governo autoritario vietnamita, censurando abitualmente il dissenso e permettendo a coloro che sono considerati una minaccia dal governo di essere costretti a lasciare la piattaforma[1]. In India, l’azienda è stata accusata di sostenere gli sforzi del governo per indebolire le voci critiche e i media indipendenti[2]. Lo stesso abuso da parte di Meta è stato segnalato in diversi Paesi africani[3].

“Le principali piattaforme di social media sono controllate da poche aziende private e, consentendo loro il potere di bandire collettivamente i cittadini quando vogliono, stiamo dando loro la possibilità di smantellare le nostre istituzioni e libertà costituzionalmente protette. Lanostra richiesta legale mira a difendere il diritto fondamentale di ognuno di esprimere le proprie opinioni e a sfidare la collaborazione tra queste aziende e i governi autoritari”, afferma Aureliu Colenko, avvocato del team di Ilan Shor.


[1] https://www.washingtonpost.com/world/2023/06/19/facebook-meta-vietnam-government-censorship/

[2] https://www.wsj.com/articles/facebook-services-are-used-to-spread-religious-hatred-in-india-internal-documents-show-11635016354

[3] https://www.cima.ned.org/blog/the-facebook-papers-how-authoritarian-governments-are-pressuring-platforms-to-stifle-free-speech/

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