BRUXELLES – Salta per la seconda volta di fila l’accordo politico sulle nuove norme a tutela dei rider e dei lavoratori delle piattaforme come Uber, Deliveroo e Glovo. Lo comunica la presidenza di turno Ue del Belgio. Gli ambasciatori dei 27, riuniti nel Coreper II per dare il via libera all’intesa sulla direttiva rinegoziata l’8 febbraio tra le istituzioni Ue, non hanno trovato la maggioranza qualificata necessaria. Francia, Germania, Grecia e Estonia, spiegano fonti europee, hanno annunciato la loro astensione, formando quindi la minoranza di blocco necessario tra i 27. L’Italia, a quanto si apprende, avrebbe votato a favore del testo.
L’accordo, teso a mettere fine al precariato selvaggio per tutelare gli oltre trenta milioni di lavoratori della gig economy sparsi nei Ventisette, aveva già subito una battuta d’arresto al momento della ratifica degli ambasciatori lo scorso 22 dicembre, quando un nutrito gruppo di capitali – guidate sempre da Parigi – aveva bloccato l’approvazione del testo concordato soltanto pochi giorni prima tra i governi nazionali e l’Europarlamento, a seguito di una lunga maratona negoziale. A quasi due mesi di distanza, nonostante l’avvicendamento tra Spagna e Belgio alla guida dell’Ue e le modifiche apportate al testo, anche questa volta l’intesa non ha trovato il favore di una minoranza di capitali. La presidenza ha infatti messo sul tavolo l’intesa chiedendo agli ambasciatori di esprimere le eventuali riserve. Parigi, Berlino, Atene e Tallinn hanno dunque annunciato la loro volontà di astenersi, portando al rinvio del voto. A non convincere Parigi già nel dicembre scorso erano in particolare i criteri per le riqualificazioni dei lavoratori da autonomi a dipendenti. Un passaggio che, nella visione del governo francese, sarebbe troppo “automatico”. La delegazione spagnola – assieme a quella bulgara – ha rimarcato che avrebbe avuto un testo più ambizioso, pur assicurando il suo voto a favore. “Il voto della delegazione spagnola risponde a un esercizio di responsabilità dato che un’ampia maggioranza di Stati membri, i gruppi politici del Parlamento europeo e i sindacati europei sostengono la proposta. Il Parlamento europeo e i sindacati europei sostengono l’accordo provvisorio. Tuttavia, la delegazione spagnola desidera dichiarare che ci sono disposizioni nel testo concordato che non rispondono pienamente a quello che, a nostro avviso, avrebbe dovuto essere il contenuto della direttiva. Il testo concordato non risponde pienamente a quello che, a nostro avviso, avrebbe dovuto essere il contenuto della direttiva”, si legge in una dichiarazione della rappresentanza di Madrid. “Sfortunatamente, il requisito della maggioranza qualificata non è stato trovato”, spiega dal canto suo la presidenza belga che ora considererà “i prossimi passi” da compiere per non affossare definitivamente la direttiva.