E’ stata giudicata inammissibile dalla Cassazione l’istanza con la quale i legali di Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio della tredicenne Yara Gambirasio, chiedevano di poter analizzare i reperti dell’indagine che portò all’arresto, dieci anni fa, del muratore di Mapello e alle successive condanne. Precedenti decisioni avevano stabilito che i reperti potessero essere solo visionati ma i legali di Bossetti, Claudio Salvagni e Paolo Camporini, che hanno confermato l’inammissibilità decisa dalla Suprema Corte, intendevano sottoporli a nuovi accertamenti.
“Al netto della lettura delle motivazioni per esprimere un giudizio ponderato, la prima impressione è che quanto accaduto sia incredibile al punto di farmi dubitare che la giustizia esista. Il potere vince sempre“. Lo ha detto Claudio Salvagni, uno degli avvocati di Massimo Bossetti, condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio della tredicenne Yara Gambirasio – trovata uccisa il 26 febbraio del 2011 dopo essere scomparsa tre mesi prima – commentando la decisione della Cassazione di dichiarare inammissibile l’istanza della difesa di analizzare i reperti del processo.
“Se su Massimo Bossetti possono esserci ancora colpevolisti e innocentisti magari al 50 e 50, al 100% si può affermare che in quei reperti c’è qualcosa che noi non possiamo accertare: c’è la risposta che Massimo è innocente”, ha proseguito il legale, “Quei reperti sono sempre stati intoccabili e il perché è ormai evidente”, ha concluso
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