L’Aula del Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge di ratifica dell’accordo Italia-Albania sui migranti che prevede l’apertura di due Cpr in territorio albanese, per accogliere 3000 migranti. I voti favorevoli sono stati 93, i contrari 61 e nessun astenuto. Applausi dai banchi della maggioranza.
Dura la reazione della Comunità episcopale italiana alla legge. “Oggi il Senato ha approvato l’accordo Albania-Italia per il trattenimento di migranti che la Guardia costiera salverà in mare. 673 milioni di euro in dieci anni in fumo per l’incapacità di costruire un sistema di accoglienza diffusa del nostro Paese, al 16° posto in Europa nell’accoglienza dei richiedenti asilo rispetto al numero degli abitanti”, “673 milioni di euro veramente ‘buttati in mare’ per l’incapacità di governare un fenomeno, quello delle migrazioni forzate, che si finge di bloccare, ma che cresce di anno in anno”, ha detto mons. Gian Carlo Perego, presidente della Commissione per le migrazioni della Cei e di Migrantes.
Per mons. Perego con l’accordo tra Italia e Albania si sancisce “una nuova sconfitta della democrazia“. Quei “seicentosettantatré milioni di euro potevano rigenerare non solo la vita di molte persone (3.000), ma la vita anche delle nostre comunità. Seicentosettantatre milioni di euro che avrebbero significato posti di lavoro e un indotto economico”, sottolinea in una nota il presidente di Migrantes. “Seicentosettantatre milioni spesi anche perché guardiamo maggiormente a vendere armi – le spese per gli armamenti sono aumentate del 3,7% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 2240 miliardi di dollari, il livello più alto mai registrato (Sipri) – e a finanziare conflitti – sono 56 gli Stati che nel 2022 si trovavano in situazioni di conflitto armato, 5 in più dell’anno precedente (Sipri)-, piuttosto che a costruire pace. Uno spreco di risorse pubbliche. Un nuovo atto di non governo delle migrazioni, di non tutela degli ultimi della terra”.
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