I negoziati tra Israele e Hamas sono entrati nel vivo al Cairo: una fonte di Hamas ha riferito all’Afp che una delegazione era diretta nella capitale egiziana per incontrare i mediatori egiziani e del Qatar, dopo che i negoziatori israeliani avevano avuto ieri colloqui con i mediatori. Anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è atteso al Cairo mercoledì per colloqui con il presidente Abdel Fattah al-Sisi.
Il presidente palestinese Abu Mazen, citato dalla Wafa, ha invitato Hamas “completare rapidamente l’accordo” sugli ostaggi “per risparmiare al nostro popolo palestinese il flagello di un’altra catastrofe dalle conseguenze minacciose, non meno pericolosa della Nakba del 1948″. Per Abu Mazen bisogna ” evitare l’attacco dell’occupazione alla città di Rafah, che causerà migliaia di vittime, sofferenze e sfollamenti”.
L’esercito israeliano continua intanto ad approfondire le operazioni a Khan Yunis, la roccaforte di Hamas nel sud della Striscia, non distante da Rafah. Lo ha fatto sapere il portavoce militare, aggiungendo che “sono stati uccisi circa 20 miliziani di Hamas” nei combattimenti sia a Khan Yunis sia in altri luoghi della parte centrale della Striscia. I soldati – ha aggiunto la stessa fonte – stanno continuando a scoprire “depositi di armi e imbocchi di tunnel del terrore”.
Media di Beirut danno notizie oggi del lancio da parte di Hezbollah di una pioggia di razzi contro basi militari israeliane nella profondità territoriale della Galilea, contro la base di Merom e contro quella di Safed. Non ci sono ancora formali rivendicazioni da parte di Hezbollah ma nelle scorse settimane il movimento armato libanese ha più volte preso di mira Merom e Safed. I servizi di pronto soccorso hanno riferito che una salva di razzi ha ucciso una donna israeliana ed ha ferito sette persone.
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