Gli Stati Uniti stanno indagando su possibili crimini di guerra compiuti da Israele, nonostante pubblicamente sostengano il contrario. Lo riporta l’Huffington Post citando alcune fonti, secondo le quali da mesi l’amministrazione Biden sta valutando possibili violazioni delle leggi internazionali. Al Dipartimento di Stato, alcuni funzionari stanno indagando sulle azioni di Israele a Gaza che potrebbero rappresentare delle violazioni. Si valutano anche abusi dei diritti umani che potrebbero violare la legge americana.
Israele ha ottenuto un video del leader di Hamas a Gaza Yahya Sinwar che appare in un tunnel con accanto la moglie e “due o tre” dei suoi figli. Lo riporta Canale 12, che tuttavia non ha trasmesso le immagini. Il filmato – secondo la stessa fonte – mostra Sinwar e la famiglia spostarsi da un tunnel all’altro sotto Kahn Yunis. Il video è tratto da quelli della sorveglianza di Hamas ed è stato recuperato dai soldati che operano nella città del sud di Gaza. Dalle immagini – ora analizzate dall’esercito e dallo Shin Bet – il leader di Hamas appare in buona salute.
Israele ha preparato un piano che prevede l’evacuazione dei civili lungo la costa di Gaza e l’ha presentato all’Egitto. Lo ha riferito il Wall Street Journal (Wsj) secondo cui il piano – in vista dell’annunciata operazione militare dell’esercito nel sud – individua 15 luoghi, con ognuno 25 mila tende, che vanno dalla punta sud di Gaza City fino a Moassi, a nord della città di Rafah. A Rafah ci sono oltre un milione di palestinesi sfollati, a rischio di essere coinvolti nell’operazione militare. Secondo fonti egiziane, citate dal Wsj, Israele stima che i costi dei campi – con strutture mediche – siano a carico di Usa e Paesi arabi.
Sul fronte delle trattative, secondo quanto scrive il Times of Israel, Israele e Hamas hanno fatto “progressi” per un accordo che porti ad un cessate il fuoco di 6 settimane e alla liberazione degli ostaggi a Gaza. Il quotidiano cita due fonti con conoscenza diretta dei colloqui in corso al Cairo. Secondo un esponente egiziano, i mediatori hanno raggiunto ciò che hanno descritto come un progresso “relativamente significativo” e che le parti ora si focalizzano sulla stesura di “una bozza finale” per un cessate il fuoco di 6 settimane con la garanzia di ulteriori negoziati per uno permanente. Una fonte occidentale, pur evocando cautela, ha sottolineato l’importanza della riunione di oggi.
L’esercito israeliano sta continuando intanto le operazioni nella zona occidentale di Khan Yunis, la roccaforte di Hamas nel sud della Striscia di Gaza, a un passo da Rafah. Lo ha fatto sapere il portavoce militare, secondo cui “sono stati uccisi oltre 30 terroristi” ed è stato “rafforzato il controllo dell’area con raid sulle infrastrutture terroriste, i cecchini e pattuglie” di Hamas. “Nella parte occidentale di Khan Yunis due terroristi hanno tentato di muoversi sotto la copertura della popolazione civile”, ha proseguito la stessa fonte aggiungendo che sono stati “eliminati”. “Questo è un altro esempio – ha detto – dell’uso sistematico di Hamas della popolazione civile usata come scudo umano”. I soldati hanno poi “distrutto due depositi di armi locati nelle residenze dei terroristi”. Oltre al sud, l’esercito ha operato anche nel centro della Striscia.
Oggi la Cina ha chiesto a Israele di fermare l’operazione militare a Rafah “il più presto possibile”. Lo afferma un portavoce del ministero degli Esteri in un comunicato. “La Cina… si oppone e condanna le azioni che danneggiano i civili e violano il diritto internazionale”, si legge nella nota. Pechino esorta Israele a “fermare le sue operazioni militari il prima possibile e fare ogni sforzo per evitare vittime civili innocenti.. .per prevenire un disastro umanitario più grave nella zona di Rafah”. Anche la Russia vede “in modo estremamente negativo” un’operazione militare israeliana nella città di Rafah: a dirlo il vice ministro degli Esteri russo Mikhail Bogdanov ripreso dalla Tass.
Da parte sua, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha osservato che “a questo punto la reazione di Israele è sproporzionata, ci sono troppe vittime che non hanno nulla a che fare con Hamas”. Ed ha chiesto allo stato ebraico di “evitare rappresaglie contro la popolazione civile palestinese”. Ma il ministro degli Esteri ha detto anche di non condividere le parole di Francesca Albanese: “l’attacco di Hamas è stato un attacco militare che puntava alla caccia all’ebreo e che ha avuto risvolti disumani con violenze e profanazioni di cadaveri, cose mai viste. Non è esatto quello che dice la signora Albanese e comprendo la reazione d’Israele. Davanti ad un conflitto bisogna essere prudenti”, ha riflettuto Tajani dopo il divieto di ingresso da parte di Israele alla relatrice speciale delle Nazioni Unite sui Territori palestinesi, per le sue affermazioni sulle responsabilità del 7 ottobre.
“Gli appelli per limitare la difesa di Israele rafforzano solo Hamas”, ha denunciato il ministro degli esteri israeliano, Israel Katz, in risposta al responsabile della politica estera della Ue, Josep Borrell, che ha chiesto di limitare la fornitura di armi a Israele. Katz ha ricordato che Israele aderisce “alle leggi internazionali di guerra e assicura il movimento sicuro dei civili a Gaza, a differenza di Hamas che lo impedisce”. “Israele – ha concluso – è determinato a smantellare Hamas”.
Ieri l’esercito israeliano con un blitz delle forze speciali aveva liberato a Rafah, nel sud della Striscia, due ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre scorso. Questi ultimi avevano raccontato di essere stati tenuti ‘nella casa di una famiglia’, Hamas aveva invece annunciato la morte di altri tre rapiti nei bombardamenti. E aveva detto che nei raid israeliani erano morte almeno cento persone.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che aveva dato il via libera all’azione nei giorni scorsi, ha definito il blitz “una delle operazioni di salvataggio di maggior successo nella storia di Israele”. Per il ministro della Difesa Yoav Gallant, l’operazione ha rappresentato “un punto di svolta nella campagna contro l’organizzazione terroristica di Hamas che è vulnerabile e penetrabile”.
Il presidente americano Joe Biden furibondo con il premier israeliano Netanyahu per la campagna militare a Gaza. Secondo la Nbc, con i suoi collaboratori, si sarebbe lasciato andare anche ad insulti. ‘Ora basta, lo Stato ebraico si fermi’, hanno detto anche Gran Bretagna e Ue.
Scontro in Olanda sugli F35. Alta tensione anche tra Israele e Onu, dopo che Francesca Albanese, inviata del Consiglio dei diritti umani, si è vista negare l’accesso al Paese.
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