Ancora una volta a farne le spese per lo sciopero di otto ore nel trasporto ferroviario sono stati i pendolari. Lo stop dalle 9 alle 17, proclamato dai sindacati di base per il rinnovo del contratto, ha coinvolto da Nord a Sud della Penisola soprattutto i treni regionali con “disagi, limitazioni e cancellazioni” mentre per tutta la giornata hanno viaggiato regolarmente Frecce e Intercity, hanno spiegato da Trenitalia.
Tra le regioni in cui si è registrata un’alta adesione allo sciopero, secondo Usb, c’è stata la Campania con punte del 65% dei lavoratori di Trenitalia e Italo. Nel Lazio ci sono state molte cancellazioni di treni regionali dalla stazione di Roma Tiburtina mentre in Lombardia la circolazione è proseguita “regolarmente su tutte le linee, salvo poche e singole soppressioni”, ha fatto sapere Trenord.
Ad incrociare le braccia sono stati anche i lavoratori del trasporto merci e quelli di Rfi, la società che si occupa della gestione della rete e delle infrastrutture ferroviarie, aderenti alle sigle Usb, Cub e Sgb che hanno indetto la protesta. Le stesse sigle di base nella giornata di oggi hanno anche organizzato un presidio davanti alla sede del gruppo Fs a Roma per “reclamare un vero e adeguato rinnovo contrattuale nazionale”. Tra le richieste figurano aumenti del 18% sul minimo contrattuale, del 50% sul salario professionale, un aumento di tutte le competenze “ferme al 2003” e una settimana lavorativa di 36 ore.
Il contratto nazionale della mobilità area attività ferroviarie è scaduto il 31 dicembre scorso. Mentre Usb, Cub e Sgb proseguono con la protesta, i sindacati confederali Filt Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl Ta, insieme a Fast Confsal e Orsa Ferrovie, hanno avviato trattative per il rinnovo del Ccnl con Agens/Confindustria, in rappresentanza del gruppo Fs.
Lo sciopero nazionale di oggi dei ferrovieri è il secondo di questo nuovo anno a coinvolgere il settore dei trasporti, dopo quello del Tpl il mese scorso. A proclamarlo sempre i sindacati di base sotto lo slogan “salario, sicurezza e diritti”. E all’orizzonte già se ne intravedono altri. Ad esempio nel Lazio l’Usb è pronta ad aprire “lo stato di agitazione” per i lavoratori della Roma Tpl e consorziate che “ancora non hanno percepito lo stipendio”.
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