Prima dei ringraziamenti ha chiesto una “deroga”. E nel porgere pubblicamente le “scuse” alla moglie, che ha rinunciato a guidare una sezione civile per consentire a lui di diventare presidente del Tribunale, ha sollevato un tema che gli sta a cuore: “Emerge sempre la questione di genere con la donna che deve arretrare per fare spazio all’uomo”. Inizia così il discorso di insediamento di Fabio Roia, da oggi ufficialmente alla guida dei giudici milanesi, sulla poltrona che fu di Piero Pajardi, Livia Pomodoro, Roberto Bichi.
Con un atto di scuse ma anche di riconoscenza e ringraziamento ad Adriana Cassano Cicuto, “giudice che conosco molto bene” e persona su cui “ho scommesso la mia vita”. Atto che ha incassato un lungo applauso da parte del pubblico e che gli ha permesso di toccare uno degli argomenti su cui da anni cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica. “Da parte mia – ha aggiunto – il desiderio e l’impegno che in un momento davvero prossimo si possa dire e fare il contrario, attraverso la creazione di una effettiva parità di chance fra donna e uomo in tutte le articolazioni della società, con l’uomo che rinunci senza frustrazioni a favore della donna”.
Alla cerimonia, che si è tenuta nell’aula maga del Palazzo di Giustizia, oltre ai moltissimi esponenti delle istituzioni presenti – tra i quali l’ex ministro e ora presidente del Copasir, Lorenzo Guerini – tantissimi giudici ora in pensione, tra cui l’ex presidente della Corte d’Appello Marina Tavassi e l’ex presidente del Tribunale di Bergamo, Ezio Siniscalchi, oltre che Roberto Bichi.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA