È la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza. E’ stata istituita il 22 dicembre 2015 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per promuovere un accesso pieno e paritario alla partecipazione alla ricerca scientifica.
Tante le istituzioni e gli enti scientifici che aderiranno con iniziative, eventi ed incontri in tutta Italia, sia in presenza che online. I canali social dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare aderiscono alla campagna #WomenInScience, a cui parteciperanno anche altri grandi laboratori internazionali come il Cern di Ginevra.
Ragazze italiane Stem sotto la media in UE, ma crescono
La Giornata è un’occasione per riflettere sui risultati ottenuti finora, ma soprattutto sui tanti ancora da raggiungere.
Un primo dato lo fornisce l’Osservatorio Stem di Deloitte: le ragazze italiane iscritte ad un corso di laurea nelle cosiddette materie Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) sono solo il 14,5% di quelle che frequentano l’università, molto al di sotto della media europea. La metà circa delle intervistate parla ancora di stereotipi di genere, che troppo spesso costituiscono un forte disincentivo a intraprendere questi percorsi di studi.
Il divario finisce poi per ripercuotersi, amplificato, sul mondo del lavoro, come emerge dallo studio del 2023 pubblicato su The Lancet Regional Health – Europe: le donne, in Europa, abbandonano progressivamente la carriera accademica arrivando a costituire appena il 33% dei ricercatori e solo il 26% di figure apicali come professori ordinari, direttori di dipartimento e di centri di ricerca. Un divario che si inasprisce proprio sulle Stem: se per le discipline umanistiche le donne occupano oltre il 30% delle posizioni più alte della carriera, il dato scende al 22% per le scienze naturali e al 17,9% per le aree legate a ingegneria e tecnologia. Anche qui l’Italia è molto indietro, collocandosi terzultima in Europa.
Ma le barriere da infrangere si incontrano già in giovane età. Secondo i dati di un’altra ricerca realizzata da Ipsos per Save the Children e diffusa nel 2022, le materie scientifiche continuano a essere percepite dalle ragazze come ‘poco adatte’ a loro, nonostante incuriosiscano il 54% delle studentesse.
Per superare le difficoltà che donne e ragazze si trovano tuttora ad affrontare, possono essere utili iniziative come quella dell’Università di Milano, che ha emesso un bando per progetti coordinati da giovani ricercatrici al rientro dalla maternità: l’obiettivo è motivarle a proseguire la carriera scientifica. È volto invece a sostenere le studentesse nell’ambito delle discipline Stem il progetto ‘Girls@Polimi – Borse per future ingegnere’ del Politecnico di Milano, che punta a incentivare le ragazze a raggiungere i propri obiettivi.
Tanti atenei, istituzioni ed enti di ricerca sfrutteranno l’occasione della Giornata dedicata a donne e ragazze per avvicinarle ancora di più al mondo della scienza. Molti eventi vedono coinvolto l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, da Roma a Cagliari, passando per Torino e Firenze, con lezioni, incontri e spettacoli teatrali rivolti soprattutto alle giovani studentesse. I canali social dell’Infn aderiscono anche alla campagna #WomenInScience, che darà spazio ai contributi di quattro grandi scienziate al progresso della conoscenza: Vera Cooper Rubin, Marietta Blau, Chien Shiung Wu e Milla Baldo Ceolin. Punta su uno spettacolo anche l’Istituto Nazionale di Astrofisica: ‘STEMmano ponno esse donne o ponno esse scienziate’, organizzato dal progetto di divulgazione scientifica La Scienza Coatta, in programma l’11 febbraio a Roma.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA