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Biden a Netanyahu: ‘A Rafah garantire la sicurezza della popolazione’

 Il presidente Usa Biden ha parlato al telefono con il premier Benyamin Netanyahu. Lo ha riferito Haaretz. E’ la prima telefonata tra i due dallo scorso 19 gennaio.  Joe Biden esorta il premier israeliano Benjamin Netanyahu a “garantire la sicurezza” della popolazione a Rafah prima di un’operazione militare. Lo afferma la Casa Bianca, riferendo della conversazione fra i due leader.  Biden ha “riaffermato che l’operazione militare a Rafah non dovrebbe procedere senza un piano credibile per assicurare la sicurezza e il sostegno al milione di persone rifugiate”, fa sapere la Casa Bianca sottolineando che i due leader hanno “riaffermato il comune obiettivo di vedere Hamas sconfitta e di assicurare la sicurezza di lungo termine di Israele e della sua popolazione”. Joe Biden e il premier israeliano Benjamin Netanyahu hanno parlato degli sforzi in atto per il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas. Lo afferma la Casa Bianca riferendo della telefonata fra i due leader. “Il presidente  Usa ha messo in evidenza la necessità di capitalizzare sui progressi fatti nelle trattative per assicurare il rilascio di tutti gli ostaggi il prima possibile”, aggiunge la Casa Bianca. Biden ha anche chiesto “passi specifici e urgenti per aumentare l’assistenza umanitaria ai civili innocenti palestinesi”.

Il Washington Post citando alcune fonti, aveva riportato che Joe Biden e i suoi consiglieri “sono più vicini” che mai da quando è iniziata la guerra a Gaza “a una rottura con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, non considerato più un partner produttivo che può essere influenzato anche in privato”. Secondo le stesse fonti la “frustrazione nei confronti di Netanyahu ha spinto alcuni dei consiglieri di Biden a fare pressione sul presidente affinché sia più critico in pubblico riguardo al premier israeliano per la sua operazione militare a Gaza”. Biden ha finora resistito a portare in pubblico la sua frustrazione verso Netanyahu.

Dal canto suo il premier israeliano difente il presidente americano. “L’ho trovato molto chiaro e molto concentrato. Siamo riusciti a metterci d’accordo sugli obiettivi della guerra e su tante cose”. Così il premier Benyamin Netanyahu, in un’intervista a Abc News, si è espresso sul presidente Usa Joe Biden che di recente è stato accusato – data l’età – di aver perso lucidità. “A volte abbiamo avuto disaccordi, ma – ha aggiunto – non erano nati da incomprensioni da parte sua o mia”.

“Apprezzo il sostegno del presidente Biden dall’inizio della guerra. Non so esattamente” cosa volesse dire quando ha parlato di operazione esagerata. “Ma mettetevi nei panni di Israele, siamo stati attaccati. Abbiamo risposto in modo da attaccare i terroristi, penso che stiamo facendo la cosa giusta. Vinceremo, la vittoria è a portata di mano”. Lo afferma il premier israeliano Benjamin Netanyahu in un’intervista a Abc.

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In un estratto di un’intervista alla Abc che sarà trasmessa oggi, il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu respinge le richieste a Israele di evitare un’offensiva militare a Rafah: “Coloro che dicono che in nessun caso dovremmo entrare a Rafah ci stanno sostanzialmente dicendo di perdere la guerra. Tenete Hamas lì”, ha dichiarato. Lo riportano i media israeliani. “Prenderemo i restanti battaglioni terroristici di Hamas a Rafah, che è l’ultimo bastione”, ha aggiunto Netanyahu. La città più meridionale di Gaza è diventata il rifugio per quasi un milione di sfollati palestinesi, spinti a sud dalla guerra.

L’esercito israeliano fornirà “passaggi sicuri per la popolazione civile” prima dell’avvio dell’operazione militare a Rafah, ha aggiunto Netanyahu in un’intervista all’ABC News nelle quale ha respinto i timori della comunità internazionale “di una catastrofe”, vista la presenza di centinaia di migliaia di sfollati palestinesi nella zona. “Garantiremo – ha spiegato – un passaggio sicuro alla popolazione civile in modo che possa andarsene. Stiamo elaborando un piano dettagliato per farlo. Su questo non siamo sprezzanti”. 

Per il ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant, “l’approfondimento delle operazioni a Gaza ci porta più vicini ad un accordo realistico per il ritorno degli ostaggi”. Parlando al Direttorato dell’intelligence, Gallant ha sottolineato che “siamo entrati nel cuore dei più sensibili luoghi di Hamas e stiamo usando la loro intelligence contro di loro”.

Un alto esponente di Hamas, parlando alla tv della fazione islamica Al Aqsa, ha però avvertito che un’azione di terra israeliana a Rafah farà “saltare i colloqui per lo scambio degli ostaggi”. “Ciò che Netanyahu e il suo esercito nazista non hanno ottenuto in più di quattro mesi – ha continuato – non lo realizzerà, non importa quanto durerà la guerra”.

Mohammed Nizal, figura di spicco di Hamas, ha poi detto ad Al Jazeera che sono in corso colloqui per raggiungere un cessate il fuoco, nei quali il movimento chiede “il minimo” quando si tratta delle loro richieste. “Netanyahu vuole che la guerra continui per restare al potere e non vuole perdere la sua coalizione di destra”, ha detto Nizal. “Vuole continuare a combattere fino alle elezioni americane di novembre affinché Trump vinca”, ha aggiunto. 

Il Ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, ha annunciato che dall’inizio della guerra tra Israele e il movimento islamista palestinese, nella Striscia di Gaza sono state uccise 28.176 persone, soprattutto donne, bambini e adolescenti. Ha inoltre riportato un totale di 112 morti nelle ultime 24 ore e 67.784 feriti dall’inizio della guerra, il 7 ottobre. 

Al Jazeera afferma che 25 persone sono morte e altre decine rimaste ferite in un bombardamento israeliano che ha colpito in queste ore un edificio residenziale a est di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. La Mezzaluna rossa palestinese afferma che quattro persone sono rimaste uccise e otto ferite a seguito di un bombardamento israeliano che ha colpito ieri pomeriggio una casa nel quartiere al-Hakr di Deir al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza. Al Jazeera e l’agenzia di stampa palestinese Wafa affermano che un ragazzo di 19 anni è stato ucciso ieri sera con un colpo d’arma da fuoco alla testa da soldati israeliani mentre era a bordo di un veicolo a Kharb al-Lahm, in Cisgiordania.

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