Verso la diagnosi precoce del cancro delle ovaie con un test delle urine: è la promessa che arriva da uno studio della Commonwealth University che sarà presentato al 68th Biophysical Society Annual Meeting in corso da oggi a Philadelphia, in Pennsylvania.
Una ricerca precedente ha mostrato che ci sono migliaia di piccole molecole, chiamate peptidi, nelle urine delle donne con cancro ovarico. Gli esperti hanno cercato un nuovo approccio per rilevare più facilmente quei peptidi nelle urine in modo low cost. Il team ha usato la tecnologia dei nanopori, che ha il potenziale per rilevare contemporaneamente più peptidi. In pratica il metodo prevede il passaggio di molecole attraverso un minuscolo poro, o nanoporo, e in questo modo si ottiene la misurazione di diverse proprietà delle molecole.
Il metodo è in grado di identificare contemporaneamente più peptidi; nello studio gli esperti hanno identificato e analizzato 13 peptidi, tra cui quelli derivati da LRG-1, un biomarcatore trovato nelle urine delle pazienti con cancro ovarico. I dati clinici mostrano un miglioramento del 50-75% nella sopravvivenza a 5 anni quando i tumori vengono rilevati nelle loro fasi più precoci. Secondo i ricercatori, il sistema messo a punto in questo studio indirizza verso la possibilità di sviluppare un test semplice che, combinato con altre informazioni come i test del sangue, l’ecografia transvaginale e la storia familiare, in futuro possa migliorare la diagnosi precoce del cancro ovarico.
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