C’è un clima di festa, e di grande speranza, al Rione Gescal, un agglomerato di case tra i quartieri di Miano e Secondigliano, zona nord di Napoli, dove Geolier ha mosso i suoi primi passi artistici inseguendo il sogno, ormai realizzato, di diventare una star della musica rap: i suoi amici, i parenti e i fan si sono riuniti in una sala giochi per stringersi attorno al loro giovane eroe che prova a vincere il Festival di Sanremo.
Le ragazze indossano una maglietta bianca con l’immagine di Geolier accompagnata da un 4 stampato su uno scudetto: la vittoria di Geolier, infatti, sarebbe il quarto. Tanti hanno un cappellino con la foto di Emanuele.
Le strade del rione da giorni sono tappezzate di manifesti e striscioni. La torta che riproduce il rapper di Miano insieme a Maradona, murales simbolo di questo punto di ritrovo, è già pronta. A volerla é stato il consigliere della settima municipalità, Marco Quercia, assieme ai ragazzi. Si parla anche qui dei fischi dell’Ariston e delle polemiche scoppiate dopo la vittoria nella serata cover, ma soprattutto si percepisce la voglia di far esplodere la gioia. “Emanuele è un ragazzo forte – dice Quercia – e ha dimostrato di essere umile. Meglio non aggiungere nulla ai fischi e alle polemiche. Emanuele ha risposto nel migliore dei modi, con la sua umiltà”. Quello che conta è che ora stia a Sanremo: “O primm napulitan… a ci j co napulitan”, ovvero “Il primo napoletano ad andarci col napoletano”, dicono, prendendo in prestito quel dialetto forse poco ortodosso per cui è stata presa di mira “I p’ me, tu p’ te”. Comunque, ora è l’entusiasmo a farla da padrone: “Dal Rione Gescal al tetto del mondo”. A prescindere da come andrà a finire perchè, si legge su uno striscione, “Per noi hai già vinto!”
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