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Netanyahu: ‘La guerra finirà solo con la distruzione di Hamas’

Siamo quasi vicini alla vittoria, che è la distruzione totale di Hamas. Se ci arrendiamo ad Hamas non solo non arriveremo al rilascio degli ostaggi, ma ad un secondo massacro. Il giorno dopo la guerra, sarà il giorno dopo Hamas. A Blinken ho detto che dobbiamo smilitarizzare completamente Gaza”. Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu.

E’ importante “il riconoscimento Usa dello stato palestinese e della sua piena adesione all’Onu attraverso una decisione del suo Consiglio di sicurezza”. Lo ha detto il presidente Abu Mazen incontrando a Ramallah in Cisgiordania il segretario di stato Usa Antony Blinken al quale ha ribadito che Israele deve “fermare subito la sua aggressione a Gaza”. Abu Mazen ha quindi ribadito – secondo l’agenzia Wafa – la necessità di una Conferenza internazionale di pace, sottolineando che “la pace e la sicurezza si ottengono attraverso l’attuazione dei 2 Stati” con uno palestinese con Cisgiordania, Gerusalemme Est e Gaza.

Non avrà luogo l’incontro privato fra il segretario di Stato Usa Antony Blinken ed il capo di stato maggiore israeliano, generale Herzi Halevy, che compariva nel programma della visita diffuso ieri da parte americana. La ragione, sostiene Israel ha-Yom, è dovuta all’opposizione espressa dall’ufficio del premier Benjamin Netanyahu. Una fonte politica, citata dal giornale, ha rilevato che nei rapporti diplomatici non è normale che un ministro straniero incontri un responsabile militare dell’altro Paese senza la presenza di un dirigente politico. “Israele non è una repubblica delle banane”, ha aggiunto la fonte. 

Per l’intesa con Israele sugli ostaggi, Hamas propone un piano di cessate il fuoco di 135 giorni in tre fasi (45 giorni ciascuna). Lo riferisce la Reuters che ha visionato la bozza della risposta di Hamas alla proposta inviata la settimana scorsa da Qatar ed Egitto. Ma una fonte israeliana fa sapere che molte delle richieste della controproposta sono inaccettabili sotto ogni punto di vista.

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Israele chiederà ai mediatori “di fare pressione su Hamas affinché presenti una nuova proposta”. Lo ha detto una fonte israeliana citata da Ynet secondo cui la controproposta di Hamas “contiene molte questioni sulle quali non c’è alcuna possibilità che Israele sia d’accordo”.

La prima fase del piano indicato da Hamas prevede la liberazione di donne, anziani, malati e maschi sotto i 19 anni in cambio di donne e minori palestinesi detenuti; la seconda fase lo scambio degli altri uomini con altri detenuti e il ritiro dei soldati israeliani da Gaza; la terza la restituzione dei corpi. Hamas chiede anche aiuti e l’avvio della ricostruzione della Striscia.

In un addendum alla proposta, aggiunge la Reuters sul proprio sito, Hamas dichiara di volere in tutto il rilascio di 1.500 detenuti palestinesi dalle carceri israeliane, un terzo dei quali tra coloro condannati all’ergastolo. Entro la fine della terza fase, inoltre, Hamas si aspetta che le parti abbiano raggiunto un accordo sulla fine della guerra.

A Rafah eliminato un capo della polizia di Hamas

Un razzo israeliano ha centrato oggi nel rione Shabura di Rafah (nel sud della striscia di Gaza) l’automobile di un capo della polizia di Hamas, Majdi Abdel-Al, provocandone la morte. Lo hanno riferito fonti locali secondo cui l’ufficiale comandava la stazione di polizia di Shabura nonché le ‘unita’ speciali’ attive nella città. La sua uccisione segue quella di sei agenti della polizia di Hamas colpiti due giorni fa, con un attacco identico, mentre viaggiavano su una jeep in un altro rione di Rafah. Con questi attacchi, sostengono fonti locali, Israele mira ad ostacolare tentativi di Hamas di mantenere il controllo sulla città.

Israele, ‘ricevuto aggiornamento da Qatar, Mossad valuta’

“Abbiamo ricevuto un aggiornamento, abbiamo avuto un avviso dai mediatori del Qatar. Li stiamo controllando. Il Mossad sta esaminando attentamente ciò che ci è stato presentato”. Lo ha detto il portavoce del governo israeliano Avi Hyman sulle trattative in corso sull’accordo per gli ostaggi.

Blinken, spero accordo su ostaggi ma ancora molto da fare

Il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha detto di sperare in un accordo tra Israele e Hamas sugli ostaggi ma che “c’è ancora molto lavoro da fare”. Dopo l’incontro a Gerusalemme con il premier israeliano Benyamin Netanyahu, Blinken ha riferito inoltre di aver discusso di “misure supplementari” per portare “aiuti necessari” nella Striscia di Gaza.

Nel corso del colloquio, che secondo Ynet e’ stato definito ”buono e prolungato”, Blinken ha affrontato fra l’altro con Netanyahu diverse questioni di carattere umanitario. In particolare ha fatto presente la preoccupazione americana per una possibile estensione delle attivita’ militari israeliane a Rafah, nel sud della Striscia, dove sono concentrati centinaia di migliaia di sfollati. Fonti informate hanno aggiunto che Blinken ha detto di comprendere la ”problematicita’ della risposta di Hamas” ai mediatori. Netanyahu ha mostrato poi al Segretario di Stato immagini di un grande tunnel militare scavato da Hamas sotto alla sede centrale dell’Unrwa (l’agenzia dell’Onu per i profughi) nel rione Rimal di Gaza City. Si trattava – secondo il premier – di ”uno dei tunnel strategici” di Hamas.

Media egiziani, domani nuovo round colloqui sugli ostaggi

Un nuovo ciclo di colloqui sugli ostaggi israeliani a Gaza mediato da Egitto e Qatar inizierà domani al Cairo. Lo riferiscono media egiziani, secondo quanto riporta Haaretz. 

Egitto e Qatar sponsorizzano “un nuovo ciclo di negoziati” che inizierà domani al Cairo e che mira a ottenere “la calma nella Striscia di Gaza” e uno scambio di prigionieri palestinesi e ostaggi israeliani. Lo ha annunciato oggi un funzionario egiziano all’Afp. Una fonte di Hamas vicina al dossier ha inoltre confermato che il movimento islamico palestinese ha accettato questo nuovo round di negoziati, con l’obiettivo di “un cessate il fuoco, la fine della guerra e uno scambio di prigionieri”, ha dichiarato.

Fonte Israele: ‘Le richieste di Hamas sono inaccettabili’

 Molte delle richieste della controproposta di Hamas per un’intesa sono inaccettabili da Israele sotto ogni punto di vista. Lo ha ribadito a Canale 13 una fonte israeliana secondo cui la questione sul tavolo è ora se rigettare del tutto le richieste o intraprendere negoziati nel tentativo di ammorbidirle. 

Nelle richieste di Hamas anche il divieto di ingresso degli ebrei sulla Spianata’

 Nelle richieste avanzate da Hamas per il rilascio degli ostaggi israeliani a Gaza nel quadro dell’accordo generale, c’è anche quella di impedire l’ingresso degli ebrei alla Spianata delle moschee (il Monte del Tempio per l’ebraismo). Lo ha riferito la tv Kan secondo cui Hamas ha anche domandato la costruzione di decine di migliaia di prefabbricati nella Striscia, l’autorizzazione del ritorno degli sfollati palestinesi nel nord di Gaza e l’ingresso di 500 camion di aiuti al giorno oltre a combustibile e energia elettrica. 

Media libanesi, ‘Hamas vuole 1.500 detenuti, più tutti i minori e anziani’

 Nella proposta di accordo Hamas chiede, oltre alla liberazione di 1.500 detenuti palestinesi (di cui 500 condannati all’ergastolo), anche il rilascio di “tutti i prigionieri palestinesi in Israele che sono più giovani di 19 anni o più anziani di 50 anni, così come di quelli malati”. Lo riporta il quotidiano libanese Al-Akhbar – considerato vicino agli Hezbollah e alla stessa Hamas – ripreso dai media israeliani. Secondo calcoli dei media internazionali si arriverebbe a un totale tra i 3.000 e i 5.000 prigionieri.

Messaggio al Qatar, ‘Israele pronto ad attaccare Rafah se fallisce trattativa’

 Se i negoziati sugli ostaggi falliscono, Israele “è pronto ad attaccare le postazioni di Hamas a Rafah”, nel sud della Striscia di Gaza, al confine con l’Egitto. Lo ha detto l’emittente israeliana Kan tv secondo cui il messaggio è stato inoltrato da Israele al Qatar. 

Netanyahu avrebbe dato mandato per una tregua di 7 giorni per ciascuna fase dell’accordo

 Alla vigilia della mediazione di fine gennaio a Parigi, il premier israeliano Benyamin Netanyahu avrebbe dato mandato al capo del Mossad David Barnea di concordare “un cessate il fuoco” transitorio di una settimana durante ognuna delle tre fasi di accordo proposte da Hamas. La decisione – secondo Kan tv – fu presa senza consultare il Gabinetto di guerra ed è stata discussa a Parigi durante la mediazione di Usa, Egitto e Qatar con Israele. 

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