Con la rinegoziazione del Pnrr “abbiamo liberato 3 miliardi di euro per le aziende agricole, perché da molto prima che ci fossero le manifestazioni e si scendesse in piazza questo governo ha difeso il comparto agricolo da alcune scelte troppo ideologiche che rischiavano di perseguire la transizione verde rischiando di produrre una diversificazione industriale”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla firma a L’Aquila dell’Accordo di coesione e sviluppo tra governo e regione Abruzzo.
Il presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni è arrivata all’Aquila alle 15.30 per la firma sui fondi di Sviluppo e Coesione con la Regione Abruzzo. Il documento sarà siglato nell’ambito dell’incontro su “Accordo di Sviluppo e Coesione tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Regione Abruzzo” in corso di svolgimento alla presenza di tutti i sindaci abruzzesi. Il presidente Meloni siglerà il documento sui fondi di Sviluppo con il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio. In discussione la linea ferroviaria Pescara – Roma. Presenti i vertici di RFI. Presenti i parlamentari abruzzesi i sottosegretari D’Eremo e Bergamotto. Il presidente Meloni prima di entrare all’Auditorium è andata a parlare a un gruppo di lavoratori in protesta della Tecnocall dell’Aquila, 100 dipendenti circa in cassa integrazione straordinaria che per mancato rispetto della clausola sociale, rischiano di perdere il posto di lavoro.
Raddoppio linea Roma-Pescara si fa, trovati i fondi
“Voglio annunciare che” il raddoppio della linea ferroviaria “Roma-Pescara si farà, che grazie al lavoro dei ministri Salvini e Fitto il governo ha individuato tutte le risorse che servono a valere sui fondi di coesione, compresi i 100 milioni del 2023, e nei prossimi giorni il Cipess sarà convocato” per le delibere. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla firma a L’Aquila dell’Accordo di coesione e sviluppo tra governo e regione Abruzzo ricordando che all’interno del Pnrr “l’opera non si sarebbe potuta concludere” e che “con coraggio” il governo ha “stralciato il finanziamento” da 620 milioni e cercato i fondi altrove.
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